Los Angeles, novembre 2019. Una ragazza originaria di Los Gatos, in California, si è appena trasferita nella Città degli Angeli per studiare moda. Dopo aver festeggiato con i suoi amici,Lyssa Broomfieldchiama unUber: l’autista arriva e la fa accomodare davanti. «Da quel momento in poi è tutto confuso. La cosa che ricordo meglio è cheero in un parcheggio a caso»,ha raccontatoall’unità investigativa dellaNbc Bay Area. Il suo èuno dei numerosi casi di presunta violenza sessuale che riguardano l’aziendadi San Franciscoche fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’app che mette in contatto autisti e passeggeri. Secondo il rapporto della polizia, Broomfield è rimasta nella macchina del suo autistaper cinque ore e mezza, dall’1 di notte fino alle 6:30 del mattino, e ha“perso e ripreso conoscenza” in diversi momenti. Broomfield voleva sporgere denuncia penale ma l’ufficio del procuratore distrettuale di Los Angeles ha dichiarato chenon c’erano prove sufficienti per perseguire il conducente, anche se il referto medico ha concluso che la ragazza era stata“violentemente aggredita sessualmente”. Secondo i suoi avvocati, Broomfieldè una delle circa 2.000 persone che hanno citato in giudizio Uberpresso tribunali statali e federali sostenendo che l’azienda non abbia fatto abbastanza per proteggerle dagli abusi sessuali dei suoi autisti. Già nel2018un’inchiestadellaCnnrivelò chealmeno 103 conducenti erano stati accusati di aver aggredito sessualmente o abusato dei loro passeggeri,perlopiù donne. Allora l’azienda non aveva ancora mai reso pubblici dei dati sul numero di violenze perpetrate dai loro conducenti. Il primoUber Delivers U.S. Safety Reportarrivò nel2019, ilsecondonel 2022. Circa il91% delle vittime di stuprosegnalate nell’ultimo rapporto eranopasseggeriele donne costituivano l’81% delle persone aggredite sessualmente. Nel2022almeno550 ex passeggerihanno intentato una causa contro Ubernella contea di San Francisco sostenendo che l’azienda non fosse stata in grado diprevenire la violenza contro le donnesulla sua piattaforma. Le cause parlavano dirapimenti, aggressioni sessuali, botte, molestie, stalking. Secondo i termini di utilizzo di Uber,non è possibile intentare azioni legali collettive contro la società in caso di violenza sessuale, quindi ognuna deve essere ascoltata individualmente. Nel 2023, però, una giuriaha stabilitoche 80 di quei casi potranno essere giudicati da un tribunale federale, cosa che snellirà i procedimenti. Secondo Broomfield, anche se le testate giornalistiche si sono occupate di questi e altri casi di abusi legati ad autisti e passeggeri di Uber, quel che la gente non sa è checi sono stati notevoli ritardi nelle cause. Nel suo caso potrebbe volerciquasi un decennioprima di vedere una qualche soluzione, ha spiegato aNbc. SecondoRachel Abrams, un’avvocata che rappresenta altre presuntevittime di violenza sessualedi Uber, l’azienda starebbe causando notevoli ritardi nei procedimenti. Grazie alle iniziative dei legali,le procedurestanno procedendo più velocemente ma i ritardi persistono. L’inizio del processo per alcuni dei primi casi in California è previsto per ilmaggio 2025. Secondo Abrams, Uber è «ostruzionista». L’azienda ha rifiutato la richiesta di intervista dellaNbc Bay Areama in una notaha definito la violenza sessuale “un crimine orribile. Prendiamo molto sul serio ogni segnalazione di questo tipo e siamo profondamente impegnati nella sicurezza di tutti gli utenti della piattaforma Uber”. Poi ha aggiunto cheepisodi simili “sono molto rari” sulla piattaforma. L’azienda ha aggiuntodiverse funzioni di sicurezza alla sua app, come il pulsante di emergenza, l’aiuto in diretta di un agente di sicurezza e la localizzazione GPS. Eppure,le segnalazioni delle vittime non si sono mai fermate.
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