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Informazione: le persone si fidano sempre meno dei giornali

 

L’Italia non è un Paese per giornali e giornalisti.L’Edelman Trust Barometer 2024, realizzato dall’omonima società di marketing e pubbliche relazioni, rivela che gli italiani preferisconotrovare informazioni tramiteGoogleanziché attraverso le testate online e chei media sono l’organizzazione meno credibile rispetto a governi, aziende e Ong. A risentire di questo calo di fiducia sono in prima persona i giornalisti, chenegli ultimi 10 anni hanno perso il 18% della credibilità da parte dei lettorie sono ritenutimeno affidabili di Ceo e politici. La perdita riguarda tutti i media in cui l’informazione è presente, compresi isocial, che riducono del5%la loro affidabilità nella percezione degli utenti. Lo conferma, a livello globale,l’ultimaricerca annualedell’agenzia di stampaReuters, secondo cuisolo il 40% del campione intervistato afferma di fidarsi della maggior parte delle notizie che leggeper la maggior parte del tempo. Mentre il consumo dei mezzi di informazione tradizionali, come tv e stampa, continua a diminuire in gran parte dei Paesi esaminati, la fruizione delle notizie online e via social non riesce a colmare il divario. I dati delDigital News Report 2023diReutersmostrano chei consumatori online accedono alle notizie meno frequentemente rispetto al passatoe stanno anche diventandomeno interessati: il 48% di loro dice di essere oggi molto o estremamente interessato alle notizie in confronto al 63% del 2017. Una tendenza globale sempre più diffusa è anche quella disottrarsi all’esposizione dellenotizie,soprattutto quelleconsiderate negative. La percentuale degli utenti online e offline che afferma di evitare le news, spesso o talvolta, rimanevicina ai massimi storici, pari al 36% in tutto il mondo. Tra loro c’è chi cerca di evitare periodicamente tutte le fonti di notizie e chi cerca di farlo in modo specifico in orari particolari o per determinati argomenti. Coloro che evitano le notizie, spiega il report, hanno maggiori probabilità di dichiarare di essere interessati aforme di giornalismo positivo o orientato alle soluzionie meno interessati alle principali notizie del giorno. Il tema tocca anche ladisponibilità delle persone a pagare per accedere all’informazione. Nei 20Paesi più ricchi,solo il17% degli utenti ha pagato per le notizie online, una cifra che rimane stabile rispetto all’anno scorso. LaNorvegiaha la percentuale più alta di coloro che pagano (39%), mentre ilGiapponee ilRegnoUnitosono tra i più bassi (entrambi con il9%). L’aumento del costo della vitae ilprezzo elevato del serviziosono state le motivazioni più indicate dagli intervistati che hannodisdetto l’abbonamento a un giornale nell’ultimo anno. Intantonegli Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito circa la metà dei non abbonati afferma che nulla potrebbe convincerli a pagare per avere notizie online. Tra tutte le spiegazioni fornite,la mancanza di interesse e del valore percepitorimangono gli ostacoli principali.

Redazione

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