La Capitale d’Italia non è una città a misura dineonati(e dei loro genitori). È quanto è emerso duranteSopravvivere a Roma con un bebè, un incontro organizzato presso la sala della Promoteca del Campidoglio dalle associazioni Kangatraining Roma, Zoè casa maternità, Mammadoula, Fasceggiate e dall’autrice Martina Liguori, per esplorare l’insieme dicambiamenti che accompagna la donna nell’essere madre-mettendo in luce le sfide e le esperienze uniche legate a questo importante ruolo-e per discutere sullerisorse e sulle attività di supporto che la città di Roma rende disponibili per le neomamme e i neopapà. L’incontro, nato per porsi come punto di incontro tra le esigenze dei genitori e le Istituzioni, nell’ottica di una proficua e maggiore collaborazione tra le parti, ha visto lapartecipazione di esponenti delle associazioni organizzatrici. Tra queste lasociologa Maria Cristina Coirodi Mammadoula, che ha spiegato come negli ultimi 15 anni la doula-figura assistenziale non sanitaria che si occupa del supporto alla donna-sia sempre più richiesta dalle neomamme; ladocente dell’università Unitelma Sapienza, Azzurra Rinaldi, che ha parlato di stereotipi nella vita genitoriale; eMartina Sperotto, un’ istruttrice kangatrainingche, dopo aver sperimentato sulla sua pelle i disagi di una città che non è ancora in grado di soddisfare le esigenze deipiù piccoli, ha realizzato e presentato nel corso della conferenza unamappa dei luoghi più baby-friendly di Roma. Dall’evento, quello che è emerso è un chiaro problema della Capitale, che si spera possa risuonare come un campanello d’allarme per le istituzioni che dovranno rimboccarsi le maniche per risolvere una questione ormai urgente:vivere o spostarsi nella città eterna con un bebè è qualcosa di simile a una mission impossible. Suimezzi pubblici, dai bus alle metro, èdifficile poter pensare di salirecon passeggini e carrozzine, vuoi per lo spazio, vuoi per la calca o semplicemente per la mancanza di ascensori o scivoli. La maggior parte degli esercizi commerciali o dei luoghi pubblici, poi, è priva di fasciatoi per il cambio dei bambini, di aree dedicate all’allattamento o “aree pappa” dove i più piccoli possono fermarsi per mangiare e giocare. Non funzionano nemmeno i servizi e le aree verdi per i più grandicelli: i giardini pubblici sono sempre più trascurati e i parchi poco sicuri. Non c’è un luogo dove vivere l’infanzia e costruirne ricordi. A denunciare la gravità della situazione romana non sono solo le associazioni promotrici dell’incontro: anche secondo i risultati dell’ultimo rapporto della Commissione europeaQuality of Life, uscito a dicembre, infatti,Roma si attesta tra le capitali peggiorid’Europa (tra quelle prese in considerazione)dove crescere unfiglio. Solo per il 62% degli intervistati è «un buon posto per vivere per famiglie con bambini piccoli», mentre per il 38%, non lo è. Alla sala della Promoteca del Campidoglio perSopravvivere a Roma con un bebèerano presenti anche i consiglieri Erica Battaglia (Pd), che ha detto che «la città si sta attrezzando» e Stefano Erbaggi (Fdi), che ha annunciato delle importanti novità:i musei del circuito di Roma Capitale, grazie a una sua mozione,si stanno finalmente dotando di fasciatoie si sta pensando di regalare una Mic card ai neogenitori che ne faranno richiesta, da sfruttare entro l’anno del bambino. Intanto, nell’attesa che quanto annunciato posso realizzarsi, in città èpossibile partecipare ad alcune iniziative positive già in corso, comeCineminial Troisi, matinée con luci soffuse e suoni attutiti per genitori amanti del cinema e leFasceggiate, tour con marsupi e fasce nei luoghi della cultura, tenuti dalla guida Maria Cristina Richiardi. Piccoli passi verso un futuro in cui i bambini, accompagnati per mano dai propri genitori, potranno riprendersi la città per vivere la loro infanzia senza ostacoli.
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