C’è unnuovo accordo provvisoriopertutelare i lavoratori di piattaformecomeDeliverooeGlovoin Europa. Dopo diverse settimane di blocco, gli Stati membri hanno approvato una direttiva che si propone di rendere“più trasparente l’uso degli algoritmi nella gestione delle risorse umane,garantendo che i sistemi automatizzati siano monitorati da personale qualificato e che i lavoratori abbiano il diritto di contestare le decisioni automatizzate”,ha fatto sapereil Consiglio dell’Unione europea. Nell’Ue, le persone che lavorano attraverso le oltre500 piattaforme di lavoro digitaliesistenti (come Uber, i lavoratori domestici e i food delivery) sono circa28 milioni.Nel 2025 si prevede che diventeranno43 milioni.Formalmente sono consideratilavoratori autonomi,ma molti di loro devono rispettare gran parte delle norme e dellerestrizioni che vengono applicate a un lavoratore subordinato. Il testo del nuovo accordo raggiunto dai ministri del lavoro in Europa potrebbe riclassificare 5,5 milioni di questi lavoratori, che potrebbero passare a essere considerati comedipendenti. La direttiva intende stabilirestandard minimiper permettere a questi lavoratori distabilire correttamente il loro status occupazionalee di beneficiare di tutti idiritti previsti per leggein ciascuno Stato. Inoltre, secondo la formulazione del documento, i lavoratori dovranno essereinformati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggioche le aziende attuano nei loro confronti attraverso gli algoritmi. Allo stesso tempo, dovranno essere messi a conoscenza di come è stata disposta la loro assunzione, quali sono le condizioni di lavoro previste dall’azienda e come vengono ripartiti i loro guadagni. Se la normativa venisse approvata, si tratterebbe delprimo atto legislativo dell’Unione europea che regola la gestione algoritmica sul posto di lavoro.La legislazione è stata proposta per la prima volta nel dicembre 2021 e ha dovuto affrontare una forte opposizione da parte di alcuni Paesi Ue, soprattutto per via delle stime che segnalano un possibile aumento dei prezzi dei servizi se milioni di lavoratori delle piattaforme dovessero essere maggiormente tutelati, come previsto dalla direttiva. Solo nel caso diUberlaCommissione europea prevede un aumento dei costi pari al 40% nelle principali città. Per due volte, nel dicembre 2023 e nel febbraio 2024, Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio, ma entrambi sono falliti poco dopo. Ora che i governi diGreciaed Estonia hanno scelto di supportare la direttiva,mancano daconvincere ancora la Germania, astenuta, e la Francia,l’unico Paese ad aver votatocontro.
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