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Il governo inglese vuole bandire gli smartphone a scuola

 

Accesso indiscriminato a ogni tipologia di contenuto, cyberbullismo e disattenzione sono i principalidisagi legati all’utilizzo deglismartphonetra gli adolescenti.Un problema dilagante, soprattutto tra i giovanissimi, con conseguenze disastrose sotto il profilo psicologico, emotivo, scolastico e sociale. In considerazione del fatto chenel Regno Unito il 97% dei ragazzi, entro il dodicesimo anno di età, possiede già un cellulare, il governo inglese ha deciso di muoversi attivamente al fine diimpedire agli adolescenti l’utilizzo dei dispositivi almeno in classe. Gli istituti scolastici inglesi hanno quindi ricevuto unacircolareministeriale di 13 pagine, contenente tutte lelinee guidain materia, non vincolante ma che può diventare un valido supporto per dirigenti e insegnanti neltrovare il proprio modo per regolamentare l’utilizzo dei dispositivi. Il piano previsto dal Dipartimento per l’Educazione britannico dispone che gli alunni non possano utilizzare i cellulari durante l’intero periodo di permanenza all’interno della scuola, intervallo e pranzo compresi. Lemodalitàa disposizione del singolo istituto per raggiungere l’obiettivo sono quattro, e vannodalla più radicale a quella più morbida: -divieto assoluto di introdurre i cellulari all’interno dell’istituto; – consegna dei dispositivi al personale scolastico all’ingresso; – chiusura dei cellulari in appositi armadietti; -concessione di tenere gli smartphone con sé ma a patto che siano spenti e riposti negli zaini. La ratio sottesa alla manovra è quella diproteggere i più giovani dai contenuti disturbantie inadeguati che si possono trovare sul web, ma ancheimpedire episodi dibullismo digitaletra compagni eaiutare gli alunni a mantenere una soglia di attenzione più altadurante le lezioni migliorando, di conseguenza, anche il comportamento in classe. Alcune precauzioni sono già applicate in numerosi istituti ma, secondo il segretario per l’istruzioneGillian Keegan, «delle linee guida governative definitive inviano un messaggio chiaro e coerente, che potrà coadiuvare il lavoro del personale scolastico, facendo fronte a eventuali resistenze di alunni e genitori». Il compito di una scuola, secondo Keegan, è quello diincentivare l’apprendimento, la nascita di amicizie, il confrontocon altre persone e la socializzazione. Ricevere un’istruzione è parte di questo insieme, che viene danneggiato da un utilizzo compulsivo e smodato di cellulari esocial media. Secondo la circolaregli alunni potranno essere informati delle disposizioni, così da renderli partecipi del cambiamento e non relegarli a oggetti passivi delle decisioni. Spingere tutti gli studenti, come un’unica entità, a non utilizzare i telefoni durante l’orario scolastico potrebbe aiutarli inoltre adiminuire il loro tempo di connessione durante l’intera giornata, senza per questo farli sentire “inadeguati” o “diversi” rispetto ai loro coetanei. A tal proposito Vic Goddard, preside di due scuole nell’Essex, ha dichiarato che vietare l’utilizzo degli smartphone negli istituti di sua competenza ha generato un effetto trasformativo molto positivo, perché hasollevato gli alunni dalla pressione sociale di rimanere online a tutti i costi.Un’azione, spesso compulsiva, ritenuta quasi obbligata per restare al passo con gli altri, e che viene effettuata più e più volte, anche a scapito del proprio benessere psicologico e del rendimento scolastico. Secondo alcunidetrattoridella circolare ministeriale,queste linee guida non avrebbero però una portata rivoluzionaria.Geoff Barton, segretario generale dell’Association of School and College Leaders, ha sottolineato come l’uso massivo degli smartphone tra gli adolescenti avvenga soprattutto fuori dalla classe e che lepropostedel governo appaiono, quindi,inadeguate rispetto al problema reale. Anche secondoDaniel Kebede, segretario generale del Sindacato Nazionale dell’Educazione, questa guida farà poca differenza rispetto ai problemi legati all’uso dei cellulari, considerato che le scuole hanno già da tempo adottato politiche restrittive in merito. In ogni caso una posizione del governo così compatta dà unmessaggio chiaronon solo agli alunni maanche aiproprigenitori, le cui rimostranze possono essere facilmente arginate se i divieti si basano non tanto su una decisione arbitraria del singolo Istituto quanto su una politica nazionale specifica e coerente. D’altronde è stata la stessaAgenzia delle Nazioni Unitea sottolineare come la solavicinanza a uno smartphone possa essere collegata a un dato crescente di disattenzione degli studentiin classe e, di conseguenza, a un calo del loro rendimento. L’Unesco ha messo in guardia gli Istituti scolastici di tutto il mondo in merito ai dispositivi tecnologici, specificando come la rivoluzione digitale senza dubbio possieda un potenziale benefico ma, al contempo, possa svantaggiare i ragazzi nel loro percorso di istruzione. L’utilizzo dei device, infatti, dovrebbe essere finalizzato unicamente a migliorare l’esperienza di apprendimento e non diventare deleterio per il benessere di studenti e insegnanti. Proprio l’Unescoraccomanda, in un lungo report del 2023, ildivieto globale di utilizzo degli smartphone in classe, in maniera tale che la tecnologia non sostituisca le necessarie relazioni umane e che i ragazzi imparino a vivere sia con sia senza.

Redazione

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