Se chiudi gli occhi, potresti pensare di essere in Congo: profumi dicibi a base di arachidiecanzoni africaneriempiono l’aria. Qui il verde si confonde con l’arancione, il rosso e il giallo. I negozi diwax,il tradizionale tessuto di molti Stati africani, colorano le vie e il profumo della deliziosacucina congolese e senegaleseinebria chiunque si trovi a passare per queste strade. Siamo aMatongé, il quartiere africano diBruxelles:un unicum in Europa. Con un passatoribelle e bellicoso, deve il suo nome a un’area molto conosciuta della città di Kinshasa, la capitale dellaRepubblica Democratica del Congo. Dal1960, anno dell’indipendenza del Paese africano,sempre più persone si sono spostate verso l’ex Paese colonizzatore per motivi di studio: l’afflusso è stato talmente importante che la filantropa aristocraticaMonique Van der Stratenha fondato laMaison Africane(casa africana), conosciuta anche comeMaisaf, un ostello che ospita i giovani studenti nel quartiere. Con gli anni,il centro di Bruxelles si è trasformato,richiamando sempre più persone provenienti dai diversi Paesi africani e ospitandole nella fredda Capitale belga. E così le strade hanno cominciato a riempirsi di bandiere colorate: da quella del Ghana a quella Senegal, dalla bandiera del Congo fino a quella della Costa d’Avorio. È sempre l’Africa a fare da padrona. È così che Matongé è diventato il quartiere che conosciamo oggi: dove una volta sorgeva il piccolo ostello, ora si trovano chiese evangeliche, bar, agenzie di viaggio, negozi in cui è possibile trasferire denaro, piccole e grandi botteghe.Negozi aperti anche tutta la notte animano Matongé, dovele persone si ritrovano fino a tarda sera per parlare, in strada,come è solito fare in molti Paesi dell’Africa. Ma, ancor prima di essere un luogo di residenza,Matongé è un luogo di incontro. Nonostante il fulcro siaChaussée de Wavre,il quartiere si estende versoIxelles,Porte de Namure le sue gallerie che sono il vero e proprio centro vitale dell’area. È proprio in queste strade che si trova il famosoSoleil d’Afrique, dove poter mangiare un delizioso pollo alla moambe con un succo allo zenzero con pochi soldi (un’eccezione per la costosa Capitale belga) e immergersi nell’atmosfera unica di questo quartiere. Ma queste strade sono entrate anche nellastoria politica, ormai. Si vocifera infatti che il quartiere sia talmente forte e influente da ospitare veri e proprithink tankin cui vengono decisi i risultati delle elezioni congolesi ancor prima che nei confini dell’ex colonia. Visitare Matongé è un obbligo per chi si trova a Bruxelles. Con i suoi colori, sapori, profumi e suoni, questo quartiere riesce a far trovare a chiunque la propria dimensione. Che tu sia una persona appassionata di cultura culinaria o di politica, questo è il posto per te.
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