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Data center: quali Paesi vogliono regolamentarli?

 

La questione ambientale permea molti aspetti, anche quelli che, in un primo momento, nell’immaginario comune non vengono immediatamente associati a essa. Uno di questi, per esempio, riguarda idata center, pilastri nella rivoluzione digitale che stanno affrontando una crescentepressionea livello globale proprio a causa delle loroesorbitanti esigenze energetiche. Per questo motivo, i governi di diverse nazioni, tra cuiIrlanda,Germania,SingaporeeCinastanno intensificando laregolamentazione sulla costruzione di nuovidata center, temendo che il loro impatto ambientale possacompromettere gli obiettivi climaticinazionali e sovraccaricare le reti elettriche. Un caso particolare riguarda l’Irlanda, con i centri di elaborazione dati che, secondo quanto affermato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, sono destinati a consumare quasiun terzo della domanda nazionale di elettricità entro il 2026. Il motivo è da rintracciarsi soprattutto nelbasso tasso fiscale e nella facilità di accesso a cavi sottomarini ad alta capacità che attira sul territorio grandi aziende dicloud computing, comeGoogleoMicrosoft. Regolamentazione e implicazioni per il settore Per adempiere ai requisiti ambientali più rigorosi,diverse nazioni e autorità locali hanno introdottorestrizioni sulla costruzione di nuovidata center: per esempio, la contea diLoudouninVirginia(Stati Uniti) e laGermaniahanno imposto alcuni limiti sui permessi per queste strutture nelle aree residenziali e richiesto il contributo di energia rinnovabile. In questo scenario, gli analisti prevedono unasignificativa pressione finanziaria per questo settore che deriverebbe dalle nuove regolamentazioni imposte, minacciando un mercato che è destinato a raggiungere i418 miliardi di dollari entro la fine del decennio. Per affrontare le preoccupazioni ambientali, le grandi aziende tecnologiche comeGoogle, MicrosofteAmazonstanno investendo inenergie rinnovabili, come eolico e solare, studiando anche altre alternative, come l’energia nucleare e i biocarburanti derivati dagli oli di scarto per i generatori di emergenza. In particolare,Amazonprevede di passare abiocarburantiottenuti dagli oli di scartoin tutti i suoidata centerinEuropa, cominciando da Irlanda e Svezia;Microsoftha dichiarato invece che ha in previsione di acquistareenergia nucleareper coprire fino al35% del fabbisogno energetico di una delle sue strutture situate in Virginia, che sarà affiancata dall’eolico e dal solare. Ancora, per rispondere a queste esigenze,a Londra è stata istituita unatask forceper coordinare le risposte energetiche e di pianificazionein tutta la città dopo che nel 2022 la creazione deidata centernei pressi delle installazioni di cavi in fibra ottica ha messosotto pressione la disponibilità di elettricità per le abitazioni. Nel complesso, con il crescente consumo di energia da parte didata center, criptovalute e intelligenza artificiale, un approccio più attivo e sostenibile da parte degli operatori non è solo necessario, ma anche urgente.

Redazione

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