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Assegno di assistenza per anziani: cosa prevede e chi può richiederlo?

 

Con ilDecreto Legge 33/2023è stato introdotto ilPatto per la Terza Etàprevisto dalPnrr; l’obiettivo è sostenere la popolazione anziana e rafforzare le misure volte a garantire il benessere e la dignità degli “over”. Il Decreto, che dovrà essere approvato dal Governo entro la fine di marzo, introduce un assegno di531,76 euro per il 2024insieme a una parte integrativa di850 euro sia per il 2025 che per il 2026.Quest’ultima quota potrà essere utilizzata esclusivamente per l’assunzione di unabadante per 20 ore settimanalicon contratto regolare o per l’utilizzo distrutture di assistenzaspecializzate in cui il beneficiario è preso in carico. In totale, dunque,si potrà ricevere un assegno pari a circa 1.380 euro al mese. A chi spetta? La normativariduce notevolmente la plateadi beneficiari: per ottenere l’assegno di assistenza bisogneràaver superato gli 80 anni,non essere autosufficienti,con bisogni assistenziali estremamente gravi e avere unIsee inferiore ai 6.000 euro l’anno. Un limite che lascia piuttosto perplessi dato che, come afferma lo stesso Danilo Arcaini, direttore commerciale diFamily Care,una persona anziana con un reddito uguale o addirittura inferiore ai 6.000 euro l’anno avrà altre preoccupazioni più importanti, come le bollette o l’acquisto di cibo, piuttosto che un supporto per le attività quotidiane. Queste potrebbero passare in secondo piano pur essendo, in realtà, un bisogno primario per moltissime persone non autosufficienti. L’assegno verràerogato direttamente dall’Inpsche potrà predisporne la revoca laddove questo venisse utilizzato per necessità differenti da quelle previste dalla normativa stessa. Quali sono i limiti? Una disposizione legislativa estremamente importante che, però, presenta diversi limiti. In primis, infatti, c’è unproblema di importiche, secondo i dati diAssidatcolft, potrebbero essereinsufficienti. L’Associazione Nazionale dei datori di lavoro domestico calcola cheunabadanteche svolga attività lavorativa di assistenza per 20 ore a settimanaha un costo medio di953 euro al mese(oneri contributivi compresi), ben103 euro in più rispetto all’importo previstodall’assegno. Se, poi, consideriamo che frequentemente in molti casi di persone anziane non autosufficienti le 20 ore settimanali previste dalla normativa non sono abbastanza, la cifra, per un supporto di 40 ore a settimana, sale fino a circa 1.854 euro al mese. Ulteriori perplessità si ritrovano analizzando la platea di soggetti che sarebbero, in realtà, potenzialmente interessati da questa misura. Infatti i fondi stanziati, che sono pari a 250.000 euro per il 2025 e altri 250.000 per il 2026, permettono disoddisfare appena lo 0,6% delle persone non autosufficienti presenti in Italia.Ciò significa che su oltre 3,86 milioni di anziani che necessitano di assistenza,appena 24.000 riusciranno a usufruire dell’assegno. Perché è importante? Non possiamo fare a meno di questa normativa tanto più in Italia, dovela popolazione è sempre più anziana:diventa fondamentale incrementare il welfare per la terza età. Indubbiamente, l’introduzione di unassegno assistenzialerappresenta un valido punto di partenza in grado di combattere, in primis, il lavoro irregolare (estremamente diffuso nel settore domestico e assistenziale), capace, inoltre, di favorire l’accesso a misure essenziali per il rispetto della dignità umana. Tuttavia, è di vitale importanza riuscire agarantire questo diritto a tuttie non solo a una fetta ridotta della popolazione.

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