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Scopri se il tuo capo ha la Sindrome di Procuste

 

C’era una volta tanti anni fa, nelle colline dell’Attica, lungo una strada che collegava Megara ad Atene,un locandiereche-per le sue abitudini-venivachiamato Procuste, ossia “lo stiratore”. Nella sua locanda, Procusteaveva due letti: uno molto piccolo e uno molto grande.Quando riceveva un ospite, Procuste, a seconda della statura della persona, sceglieva il letto dove farlo dormire.Se il viandante era alto, lo faceva dormire nel giaciglio più piccolo; se invece fosse stato minuto, lo avrebbe obbligato a distendersi sul letto grande.Poi, durante la notte, dentro Procuste scattava la convinzione che i suoi ospiti avessero un animo maligno. Mentre i malcapitati ospiti dormivano, ne approfittava per imbavagliarli, legarli e sottoporli a una serie di terribilitorture. La sua ossessione era adattarli e farli combaciare con la misura del letto: nel caso del letto grande, stirava il viandante tendendogli gli arti; nel letto piccolo piallava e amputava gli arti. Procuste, diventato famoso per la sua ferocia e crudeltà fu ucciso daTeseoche gli fece patire la stessa sorte delle sue vittime. Oggi, con “letto di Procuste” si fa riferimento allavolontà di omologare e conformare gli altri, di ridurli al proprio modo di pensare e di agire, ma anche al tentativo di adattarsi a una situazione spiacevole. Sebbene non esistano riferimenti scientifici o presupposti clinici, trovo molto stimolante il recente utilizzo della Sindrome di Procuste per indicare ilcomportamento di alcuni capi, in azienda, volti a sbarazzarsi, escludere o mettere in ombra le persone(spesso i propri collaboratori)vissute come più brillanti o intelligenti. Per paura e per evitare-in qualsiasi modo-di essere surclassati. La sindrome di Procuste è una permanente o pervasivainvidia degli altri, vissuti come un ostacolo al mantenimento del proprio ruolo o alla propria crescita aziendale e può agire in modo conscio (consapevole) o inconscio (inconsapevole). Nel primo caso, questi capi cercano e riconoscono tra i “subordinati” chi tra loro potrebbe metterli in difficoltà (o in ombra) einiziano un piano preciso per limitarne l’iniziativa, la creatività e l’esposizione, a esempio evitando di coinvolgerli in progetti strategici e tendendo a escluderli dai gruppi più importanti (formali o informali). Nelle circostanze più gravi, i capi con la Sindrome di Procuste possonoalterare e manomettere i risultati dellavorodei loro fantomatici nemiciagli occhi dell’organizzazione, arrivando a denigrarli, anche inventando voci sul loro conto. Nel secondo caso, i meccanismi sono più subdoli e tendono sempre a forzare le circostanze per adeguare le persone al proprio modello. Più o meno costantemente il nostro Procustemetterà in disparte il suo potenziale nemico, rendendogli sempre difficile la vita lavorativa. In entrambi i casi,il clima aziendale ne risentetendendo a diventare teso e stressante, a causa di discussioni infinite dove il cuore non è l’idea o il problema ma il rapporto di forza e la dinamica del potere con i potenziali antagonisti. L’interesse particolare del capo diventa il vero elemento centrale della discussione, senza però essere mai esplicitato e-semmai emergesse-sempre negato. Sono capi che, spesso, si sentonominacciati dai collaboratori più giovani, dalla loro più fresca o maggiore preparazione o dal modo innovativo di lavorare che esprimono. La matrice psicologica dietro questa sindrome è l’insicurezza, che il più delle volte si accompagna allaSindrome dell’Impostoree-ancora più spesso-a un fare da bullo al limite della molestia o del mobbing (limite, alle volte, valicato con noncuranza). Come moderni Procuste, che usano la scrivania invece del letto,questi capi sono animati dalla convinzione che l’altro sia un pericoloe che tra loro possa nascondersi un Teseo pronto a farli fuori. Le loro vittime vengono martellate e piallate per ridurre le loro capacità oppure stirate e affaticate per renderle-sempre e comunque-inoffensive. I Procustetendono a circondarsi di persone spesso impreparate, remissive e accondiscendenti, per questo adeguate a questo tipo di capo, unite tra loro dalla paura del nemico e compatte nel difendere il territorio organizzativo. Se il tuo capo ha queste caratteristiche, purtroppo hai solo due alternative. La prima èfuggirea gambe levate dalla locanda che dividi con lui prima che sia notte. La seconda ètentare la strada di Teseo.

Redazione

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