In totale sono5 milioni. Di questi, secondo gli ultimi dati,591.000 sono studenti. Stiamo parlando degli italiani che anche in vista delle prossimeelezioni europeedovranno fare ore di treno, auto, bus o aereo per esercitare il diritto su cui si fonda la nostra democrazia: il voto. Quello delvoto per i fuorisedeè un problema di cui si parla da anni, ma la discussione si è riaccesa negli ultimi giorni: come non pensare proprio ai fuorisede, mentre a Sanremo i cantanti in garasi scambiavano matiteaderendo alla campagna ideata dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo e da FantaSanremo persensibilizzare le persone sull’importanza del voto e delle elezioni europee? Proprio al Festival della canzone italiana è arrivata infatti la protesta diThe Good Lobby,Will,FantaSanremoe dellaRete Voto Sano da Lontanoper far approvare una legge che permetta ai fuorisede di votare entro le prossime elezioni. Anche a Milano c’è chi ha pensato di sfruttare l’occasione per parlare di chi si vede questo diritto troppo ostacolato. Il10 febbraionumerose organizzazioni, tra cui iGiovani Democratici Lombardia, ilM5S Milano,Azione under 30 Milano,Unione degli Universitari,UniSi- Uniti a Sinistra,Parola agli StudentieComitato Voto Dove Vivo, si sono ritrovate sotto laPrefettura di Milanoper chiedere alla politica di fare presto. In realtà a oggiesiste già una legge delegache potrebbe consentire ai fuorisede di votare alle elezioni europee di giugno 2024, ma è al momentoferma in Senatoe le speranze che venga approvata in tempo sono comunque poche. «Iltermine ultimoper votare un decreto legge che permetta di votare a queste europee è il15 febbraio», spiegaTito Maraz, Responsabile innovazione dei Giovani Democratici di Milano. Anche se il decreto venisse approvato in tempo, cosa di cui si dubita molto,il problema si riproporrebbe alle prossime elezioni politiche: il testo così come è ora infatti non include questo tipo di votazioni, ma parla solo di unasperimentazione limitata alle elezioni europee. «Per questo vogliamoproporre un emendamento che estenda le misure per le elezioni europee anche a quelle politiche», diceEdoardo Arcidiaconodi Azione under 30 Milano. Che la politica sia poco reattiva su questo tema non è comunque una novità. Ne sa qualcosaTom Osborn, fondatore del Comitato Voto Dove Vivo. «Dal 2019 abbiamo iniziato un’attività che ha portato alla presentazione didiverse proposte di legge sul tema, ma alla fine tutte si sono arenate. Abbiamo dialogato con tutti i partiti, ma troppo spesso questo argomento è finito nel dimenticatoio. Ma noi non molliamo», racconta. Nel frattempo, c’è chi subisce le conseguenze di questo problema. Matteo Leonardi ha 22 anni ed è a suo modo fortunato: studia medicina a Pavia, ma è ancora residente a Trento, la città d’origine. Anche se per lui i costi non sono chiaramente comparabili a quelli di chi deve, per esempio, fare un volo da Milano a Palermo, è il principio che conta: «L’assenza di un sistema di voto per i fuorisede è frustrante. I politici dicono di volerci attivi, ma poi non sono interessati neanche a farci votare. Mi sembra assurdo che non si riesca a ottenere risultati su questo tema. Si tratta semplicemente di garantire undiritto base». «Il problema riguarda anche chi non è coinvolto in prima persona, perchéil crollo dell’affluenzaè un problema democratico enorme ed è favorito anche dall’assenza di una legge specifica», dice la Responsabile fuori sede Giovani Democratici di Milano,Lucia Albini. Cosa fare quindi se il 15 febbraio ci sarà l’ennesima fumata nera? «Bisogna non far calare l’attenzione su questo tema, ma continuare a parlarne non solo a ridosso di appuntamenti elettorali».
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