Il famoso limite che era stato posto con l’Accordo di Parigi sul clima nel 2015, ovvero contenerel’aumento delle temperature globali entro 1,5 °C,potrebbeessere stato superato anni fa. L’allarme è stato lanciato da un team internazionale di ricerca che ha esaminato delle particolarispugne coralline secolariprovenienti dai fondali del Mar dei Caraibi, pubblicando unpaper scientificosulla rivistaNature Climate Change. L’analisi è stata condotta su delle spugne coralline viventi (sclerospongiae), che sono dei semplici animali che filtrano l’acqua e vivono circa a una profondità fra i 30 e i 90 metri sotto la superficie del mare. Grazie alla loro lunghissima longevità, che può arrivare anche a 500-1000 anni, queste antiche spugne presentano unoscheletro interno che è in grado di “registrare” i cambiamenti della temperatura degli oceani negli ultimi secoli. Un specie di termometro del passato, che insieme all’analisi degli anelli degli alberi, i carotaggi dei ghiacci e i coralli, permette agli istituti di ricerca di ottenere dei dati validi sul periodo precedente al XX secolo. I cambiamenti delle temperature globali hanno lasciato impronte chimiche misurabili nello scheletro di carbonato di calcio delle spugne e secondo i dati registrati, basati su 300 anni di registrazioni oceaniche, il cambiamento climatico per cause antropiche è iniziato intorno al 1860, 80 anni prima rispetto alla precedenti osservazioni. Con il riscaldamento globale che ha iniziato l’accelerazione molto prima rispetto al previsto, la soglia di sicurezza di 1,5 °C sarebbe già stata superata verso la fine degli anni ‘10 del XXI secolo e l’attuale temperatura globale avrebbe già raggiunto la soglia di 1,7 °C rispetto ai livelli preindustriali: «Il quadro generale mostra che l’orologio del riscaldamento globale per lariduzione delle emissioni, in modo da ridurre al minimo il rischio di pericolosi cambiamenti climatici, è stato anticipato di almeno un decennio. Quindi questo è un cambiamento importante al modo di pensare al riscaldamento globale», hadichiaratoMalcolm McCulloch, co-autore dello studio e specializzato in barriere coralline nellaUniversity of Western Australia. Questi dati potrebbero rivoluzionare l’interpretazione della storia del cambiamento climatico, che secondo l’Ipcce altri organismi scientifici è iniziato nel XX secolo. Invece per il team internazionale di ricerca le spugne coralline confermerebbero chel’aumento delle temperature è legato strettamente all’affermazione della rivoluzione industriale, avvenuta durante il 1800, quando le emissioni di gas alteranti sono aumentate a causa dell’attività degli esseri umani. Ma la nuova interpretazione suggerita dalla ricerca in questione ha generato dello scetticismo nella comunità scientifica: «I risultati dell’articolo potrebbero aggiungere inutile confusione al dibattito pubblico sul cambiamento climatico», haaffermatoYadvinder Malhi, professore allaUniversity of Oxford. Mentre Joeri Rogelj, direttore della ricerca alGrantham Institute, ha sottolineato che «ri-etichettare il riscaldamento che si è verificato fino a oggi utilizzando un diverso punto di partenza non cambia gli impatti che stiamo vedendo oggi, o gli impatti che miriamo a evitare». Ulteriori dati, provenienti da fonti diverse, saranno necessari per cambiare la prospettiva: «Una singola posizione non può sostituire i dati globali, poiché il clima varia in tutto il mondo, motivo per cui l’unico modo per misurare la temperatura globale è ottenere dati da tutto il mondo», ha ammonito Gabi Hegerl, professoressa dellaUniversity of Edinburgh.
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