Ecosistemi in grado disostenersi in autonomiae che hanno come principio base lostile di vita greene nessun impatto sull’ambiente. Si tratta degliecovillaggi, comunità solidali che rispettano l’ambiente e puntano all’autosufficienza energetica e alimentare, e dove la parola collaborazione è fondamentale. Cosa sono Gliecovillaggisonocomunità che portano avanti una quotidianità a impatto zero, dove più persone, non tutte della stessa cerchia familiare, decidono di vivere insieme e costruire dei progetti di vitasostenibilea livello ecologico, sociale, spirituale ed economico. Il principio fondamentale è l’autosufficienza, volta a soddisfare internamente il più possibile le esigenze dei propri membri in termini di lavoro, divertimento e bisogni affettivi tramite bioedilizia, energie rinnovabili, nuove tecnologie e molto altro. Caratteristiche principali Negli anni molti esperti hanno studiato gli ecovillaggi, tra questi l’ecologo e agronomo australianoDavid Holmgren, che ha stabilito alcune caratteristiche distintive di questo tipo di comunità. L’adesionedei partecipanti èvolontaria, così comela condivisione dei principi comuni. I nuclei abitativi sono progettati perridurre al minimo l’impatto ambientale; si utilizzanoenergie rinnovabilie l’autosufficienza alimentareè basata supermacultura(un sistema di progettazione del territorio che integra l’uomo con l’ambiente e i suoi elementi) o altre forme diagricoltura biologica. L’obiettivo è progettare insediamenti duraturi, il più possibile simili a ecosistemi naturali, tramite le componenti del paesaggio. Gli ecovillaggi però non sono tutti uguali. Esistono quelliurbaniche puntano a migliorare la qualità della vita in città; quellitradizionaliin cui si hanno villaggi rurali e comunità esistenti che decidono di progettare insieme il percorso, con processi che uniscono tradizione e innovazione; e quelliintenzionalicreati da persone che realizzano un progetto comune sulla base di una visione condivisa. L’ecovillaggio inoltre è considerato un modello resiliente, con capacità di affrontare e superare le difficoltà e di adattarsi ai cambiamenti naturali. I più noti A causa della situazione ambientale critica degli ultimi anni, l’attenzione verso questo tipo di struttura si è fatta più forte, favorendo la formazione di nuove comunità ecologiche, che in alcuni casi hanno sviluppato anche forti aspetti religiosi e sociali. Il primoecovillaggio della storia è natoin Tennesse nel giugno del 1971con il nome diThe Farm. Sviluppatosi dall’idea si un professore dell’Università di San Francisco, Stephen Gaskin, di creare una comunità attenta ai bisogni del Pianeta, è arrivato a un massimo storico di 1500 abitanti nel 1983. Il primo villaggio italiano nacque invece nel 1982 in Umbria con il nome diUtopiaggia.Ideato da un gruppo di giovani tedeschi, è tuttora esistente e oggi conta una comunità composta tra le 20 e le 40 persone che vivono e lavorano producendo autonomamente pane, formaggio, tessuti e altri beni di prima necessità. Nell’ecovillaggioLumen, nato nel 1992 in provincia di Piacenza, più di 60 persone sono impegnate nel promuovere la cultura dell’ecosostenibilità, della sana alimentazione e della cura delle relazioni. Di recente costruzione è invece l’ecovillaggioLa Magionesituato nel Comune di Montefano vicino Macerata. Un progetto nato per essere completamente autosufficiente dal punto di vista energetico ed economico, con abitazioni in paglia e terra cruda, costruite direttamente da chi ci abita. Come testimoniano queste realtà, l’interesse per le comunità sostenibili è ancora molto vivo. A confermarlo, anche laRete Italiana Villaggi Ecologici, secondo la quale solo nel 2019 si sono associati 118 ecovillaggi in tutta Italia.
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