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Usa, Child Tax Credit: quali benefici economici porterà alle famiglie?

 

IlChild Tax Credit(Ctc)è una delle misure comprese nell’American Rescue Plan Act(Arpa)varato dal Congresso degli Stati Uniti nel2021per stimolare l’economia americana, dopo i venti di recessione portati dallerestrizioni dovute al Covid. Si tratta di una forma disostegno pubblicoper le famiglie sotto forma dicredito di imposta, ossia una riduzione delle imposte, appunto, che ogni contribuente deve pagare allo Stato:grazie all’Arpa,si è passati da 2.000 a3.000 dollariper i bambini con più di 6 anni efino a 3.600 dollariper i figli under 6; inoltre, è stato anche innalzato il limite di età massimo, da 16 a 17 anni. Le famiglie lavoratrici possonoricevere l’intero credito mensile(pari a 250 – 300 dollari per figlio) se il loro reddito annuonon supera i 150.000 dollarinel caso di una coppia; di 112.500 nel caso di famiglia composta da un solo genitore. Il cammino delChild Tax Creditsembra dover passare per unarevisionepronta aampliarne nuovamente i connotati ed estendere la platea di genitori interessati. Il disegno di legge, denominatoTax Relief for American Families and Workers Act, ha ricevuto ilsostegno generale della Camera, che lo ha spedito direttamente sulle scrivanie del Senato che dovrà pronunciarsi in merito (anche se la data per il voto deve ancora essere fissata). La revisione punta proprio astabilizzare l’espansione già avvenuta nel 2021, che nel frattempo è scaduta. SecondoSharon Parrot, a capo delthink tankCenter on Budget and Policy Priorities«nel suo primo anno, la proposta di credito d’imposta sui bambini porterebbe fino a400.000 minorial di sopra della soglia di povertà», con un maggiore contributo finanziario aaltri 3 milioni di bambiniin famiglie in difficoltà economica. L’espansione proposta dal disegno di legge punta asemplificaregli adempimenti burocratici che le famiglie devono rispettareper rientrare nei requisiti del beneficio fiscale. In particolare, il credito odierno richiede che un genitore abbia almeno 2.500 dollari di reddito annuo, tagliando fuori quindi i nuclei familiari con redditi più bassi o nulli. Le modifiche, infatti, consentono ai contribuenti di utilizzare il proprio reddito dell’anno corrente o precedente per calcolare ilCtc,in modo daaumentarne l’importonel caso in cui il loro reddito diminuisca. Inoltre, il nuovo calcolo proposto permetterebbe ai beneficiari di determinarne l’importo del beneficio fiscalemoltiplicando il 15%del loro reddito superiore ai 2.500 dollari per ogni figlio di età inferiore ai 17 anni,in modo da ottenere un credito fiscale molto più alto e parametrato al numero di minori presenti nel nucleo familiare. Ciò vuol dire, per esempio, che per calcolare ilCtcdi una famiglia con 3 figli e un reddito annuo di 13.000 dollari si dovranno togliere i primi 2.500 (che in base alla normativa odierna non vengono conteggiati) e moltiplicare il rimanente reddito di 10.500 dollari per il 15%, il cui risultato (1.575 dollari), moltiplicato per il numero di minori a carico, rappresenta il credito fiscale massimo che la famiglia potrà ricevere per ogni anno fiscale, in questo caso pari a 4.725 dollari. L’importo per figlio, seguendo la proposta di legge, rimarrebbe intorno ai 2.000 dollari. Oggi ilCtcèparzialmente rimborsabile, il che significa che le famiglie che non hanno un debito fiscale e il credito d’imposta è superiore alle imposte da pagare possono ottenere un rimborso (cioè la differenza fra i due importi) che ammonta fino a 1.600 dollari per bambino. La modifica inserita nel disegno di legge punta ad aumentare l’importo massimo rimborsabile negli anni, facendolo arrivare a 1.800 dollari per il 2023, 1.900 nel 2024 e 2.000 nell’anno successivo. Infine, un ulteriore incremento sarebbe legato a unaggiustamento annuale per l’inflazione nel 2024 e nel 2025. Se la proposta è riuscita a mettere d’accordo democratici e repubblicani, non sembra altrettanto sicuro che possa accadere in Senato, dato che alcuni repubblicani hanno espresso riserve e preoccupazioni per l’elevato costo che questa revisione porterebbe alle casse statali. Oltre a motivazioni squisitamente politiche, legate al timore che con l’approvazione di maggiori benefici economici l’immagine pubblica del presidenteJoe Bidenpossa trovare nuova luce fra gli elettori statunitensi, specialmente alle porte delleelezioni presidenziali di novembre.

Redazione

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