I giovani? Tanti e bravini. Gli ospiti famosi? Persino un John Travolta che fa il Ballo del qua qua. I temi importanti? Presenti, presentissimi, conun monologo di Giovanni Allevi sulla malattia e sulle anime belleche non dimenticheremo davvero mai. E le canzoni? Ma sì, dai, ci sono itormentonidi Annalisa e di Angelina Mango. E quindi: cosa potrebbe mancare nel mastodontico pentolone mediatico delFestival di Sanremo, un evento che lo scorso anno ha avutoun impatto economico di 186 milioni di eurosecondo la società di ricercaEy? Come ha ben riassunto il critico tv Aldo Grasso, quella del 2024è un’edizione da “usato sicuro”. Il tandem Amadeus – Fiorello garantisce ascolti record, co-conduttori e co-conduttrici sempre a fare da cornice, e non mancano i solitisponsor accusati di greenwashingche al posto di lasciarehanno raddoppiato.Il green carpet di erba vera diEni – Plenitudesi è infatti allungato a300 metrie ha aggiunto la sponsorizzazione diEni Live,con testimonial Virginia Raffaele. Legambiente ha simpaticamente commentatolanciando l’hashtag #enistonatuttoper segnalare le “stonature ambientali di Eni”. Eppure, forse sarà per la stanchezza del mondo, forse perché a furia di ripeterle le ipocrisie ambientaliste appaiono normali, sembra cheil tema della sostenibilità si sia un po’ appannatoproprio quando l’attenzione è massima. Ci vorrebbe il buon vecchio Cavallo pazzo che si arrampica sul cornicione dell’Ariston, inveceoggi le proteste vengono accolte sul palco e normalizzate, e lapresenza dei trattori a Sanremo lo dimostra. Ma chi ha veramente capito perché gliagricoltori europeisono infuriati?Sono contro o a favore della transizione energetica?E perché la politica li tira di qua e di là? Non è possibile farsi megafono di una problematica che usa i muscoli e le piazze per alzare la voce, seppur legittima in molte delle sue rivendicazioni. Amadeus avrà studiato bene il balletto di leggi, di decisioni prese a tavolino a Bruxelles,di sussidi dati o negati, della famosaPac(politica comune europea), di pratiche commerciali leali o sleali? Io giuro ho provato ad addentrarmi meglio nella questione, anche grazie alcommentodell’attivista Alice Pomiato proprio qui sullaSvolta. Ma poi ho letto un’intervistaal leader dei giovaniFridays for Future,il movimento ispirato a Greta Thunberg, che diceparteciperà alle manifestazioni dei trattori a Romae ho avuto un attimo di “boh”. Chi sta con chi? La questione esige una competenza che un palco può solo cogliere di straforo, ma insomma, la regola dei 15 minuti di popolarità non si nega a nessuno. Nel calcolo impossibile dell’impronta ecologica di Sanremo 2024dovremmo aggiungere anche l’impatto digitaleche centinaia di video, post, interazioni social producono nella settimana di diretta, e forse anche in quella prima. Per scrivere questo pezzo, per esempio, sono 48 ore che tengo d’occhio i commenti, gli articoli,le migliaia di immagini che girano intorno all’evento,senza contare la lunghissima diretta tv e gli streaming. Un mare magnum di dati e di gigabyte, che a parte sfinirmi e farmi rischiare il “burnout festivaliero”, come sappiamo pesa moltissimo in termini di inquinamento: a livello globalei data center e le reti consumano circa il 2% dell’energia totale del mondoe questa cifra dovrebbe aumentare costantemente (fonteNature). Non è una novità che guardare video su TikTok, postare come se non ci fosse un domani su Instagram,twittare su X quante è “bono” Mengoni ha il suo “perchéambientale”. La buona notizia, leggo però nella ricerca, è che il problema può essere già parte della soluzione: solo l’industria digitale (soprattutto con l’AI) potrebbe mettere in atto buone pratiche di digital decluttering. In attesa delle prossime serate (nessuno si può giudicare a metà strada, d’altronde) chiudiamo con due notiziole che sarebbero state un po’ più in linea conuna certa idea di mondo sostenibile, ma che purtroppo sono state guastate da quel vizietto tutto italiano difavorire i pochi e tralasciare i molti: il treno specialeFrecciarossache ha portato lo squadrone Rai e i giornalisti in Riviera, facendo risparmiare un po’ di traffico su gomma e infuriare i normali pendolari per i disservizi. E la consapevolezza che Lorella Cuccarini, co-conduttrice della quarta puntata, indosserà solo abiti vintage di alta moda, quindi per lei “riciclati”. «Le masse ora lo vedono come un modo sostenibile di vestirsi. Sostenibile in termini green e sostenibile anche come spesa» ha detto la showgirl allarivistaForbesche le ha dedicato un servizio fotografico e una intervista. Tralasciando la parola “masse”, dubito chegli abiti vintage-griffati di Lorella costino quanto la mia vecchia felpa del liceo. Ma magari ora la piazzo su Wallapop…
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