Quando c’èSanremoc’è solo Sanremo. Tutto si ferma, in tv ma anche altrove.Ogni cosa si declina al Festival della canzone italianae non esiste (o quasi) sfumatura della vita che non ne sia anche solo blandamente sfiorata. Va da sé che anchele abitudini degli italiani cambino leggermentele prime settimane di febbraio, e in un’era sempre più tecnologica, con la kermesse che vive buona parte di se stessa tramite le estensioni social, questi mutamentinon possono che riguardare anche il mondodigital. In particolare, secondo lo studio dell’azienda dicybersecurityNordPass, già dalle settimane precedenti al Festival di Sanremo,le persone che si sono trovate a dover creare o aggiornare le proprie password,hanno optato per nomi inerenti proprio allo show. I testi delle canzonidi quest’anno sono quelli che sembrano ispirare di più chi cerca opzioni a prova di hacker.“casamia01”, che prende spunto dal titolo del brano diGhali, è per esempio una password utilizzata da 279 persone. Molto in voga anche“amoremio”, un’espressione che pur non essendo in modo certo riconducibile al Festival, indubbiamente è presente in moltissimi testi in gara, e quindi potrebbe aver fatto accendere la lampadina a chi era in cerca della password perfetta. Per la precisione a 723 persone. Stesso sistema per inomi propri, da sempre tra i più usati, sebbene non sicurissimi: in questi giorni hanno un sapore meno generico ma decisamente sanremese, visto che ricordano quelli dei cantanti che si esibiscono sul palco dell’Ariston e di chi l’ha fatto in passato. Secondo l’elenco stilato daNordPass(in collaborazione con ricercatori indipendenti, grazie all’analisi di un archivio di 3 terabyte), va fortissimo “Giovanni”,vero nome di Sangiovanni e dell’ospite di ieri, seconda serata, Giovanni Allevi, utilizzata al momento da 881 italiani;“alessandra”,come Alessandra Amoroso, da 711. E poi“Gigi2960”da 708 persone,“Mpaola62”da 704,“Marco2002”da 502;“roberto”da 462;“chiara”da 333 e“Leoleo123!”da 290: tutti nomi riconducibili ai partecipanti delle scorse edizioni. Al di là dell’enfasi del periodo e dell’idea di ricordare più facilmente password associate a una kermesse che in questi giorni catalizza l’attenzione come null’altro,creare password di questo tipo potrebbe non essere una buona idea. Come spiegano gli esperti, infatti, si tratta dipassword facilmente decifrabilie sebbene possa sembrare bella e divertente l’idea di supportare il proprio artista preferito in questo modo, sarebbe meglio non farlo. Per evitare guai, quindi, il consiglio è di affidarsi ai vecchi sistemi, ovverousare password il più possibile complesse, cambiarle spessoe dotare i propri dispositivi e account digitali di ulteriori strumenti di sicurezza, comel’autenticazione a due fattorio l’uso di scansione del volto o delle impronte digitali là dove è possibile. Pergodersi il Festivalsenza brutte sorprese.
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