Andrew Tateè un ex kickboxer, molto noto sui social, dove spara a rafficafrasi sessiste e misogine. Alla fine del 2022 è statoarrestatoin Romania insieme al fratello e ad alcuni collaboratori,con l’accusa di stupro, tratta di esseri umani e associazione a delinquere.Il gruppo avrebbe adescato giovani donne, instaurando con loro un rapporto di confidenza, per poi costringerle a realizzare contenuti pornografici. Alcune avrebbero anche subito violenze sessuali. Non proprio un bel soggetto. Eppureper alcuni è un esempio. A dirlo è ilsondaggiodiIpsosper ilPolicy Institute del King’s Collegedi Londra e ilGlobal Institute for Women’s Leadership, condotto in Inghilterrasu oltre 3.600 maschi tra i 16 e i 29 anni, dal quale è emerso cheun quinto di coloro che hanno sentito parlare di lui ne ha un’opinione positiva. Anche l’autore di bestseller e accademico canadeseJordan Peterson, portato alla gloria dai conservatori statunitensi, sembra esseremolto apprezzato. Conosciuto per le sue tesi sul presunto dominio del politicamente corretto e della cancel culture e in passato sospeso daXa causa di alcunipost transfobici contro Elliot Page, secondo il sondaggio è visto favorevolmente dal 32% degli uomini di età compresa tra 16 e 29 anni, rispetto al 12% delle donne della stessa generazione. Guarda tutte le immagini della gallery>1/3 2/3 3/3 Le sue idee si fondano sullacritica alla cultura progressista che sovvertirebbe gli ordini naturali delle cose, e sull’elogio dei valori tradizionali come la mascolinità spiccata e il rispetto dei ruoli di genere tra uomini e donne. Peterson ovviamente è ungrande sostenitore di Tate, che offrirebbe ai suoi 8,7 milioni di follower, un’ “aggressività schietta” come alternativa alla “sconfitta umiliata”. Insomma,un duo di misogini che si dà virtualmente il cinquee che così facendo attira le simpatie di una nutrita, seppur minoritaria, fetta di maschi dellaGen Z. Nonostante la maggior parte prenda le distanze da queste posizioni,che alcuni ne siano affascinati è un fatto da non sottovalutare, e dimostra come oggi non tutti i giovani sono ancora sufficientemente formati per quanto riguarda la parità di genere. E che soprattutto lo sono molto meno dei ragazzi delle generazioni precedenti. Dal sondaggio è infatti anche emerso che1 maschio britannico su 4 crede che al giorno d’oggi sia più difficile essere un uomo che una donnae che secondo il 16%,ilfemminismoabbia fatto più male che bene.Tra gli over 60 il dato è pari al 13%. Inoltre, il 37% degli uomini di età compresa tra 16 e 29 anni considera “mascolinità tossica” una frase inutile. «Si tratta di un modello generazionale nuovo e insolito – sottolineaBobby Duffy, direttore delPolicy Institute- Normalmente le generazioni più giovani sono maggiormente a loro agio con le nuove norme che si impongono nella società perché vi sono immersi fin dalla nascita». Rosie Campbell, direttrice delGlobal Institute for Women’s Leadership presso King’s, individua nell’assidua frequentazione deisocialla causadi questa, apparente, involuzione dei maschi. «Il fatto che questa generazione sia la prima a ricavare la maggior parte delle informazioni dai social media è probabilmente almeno una parte della spiegazione. I giovani uomini sentono molto parlare di emancipazione femminile ma non capiscono, in questa fase della loro vita, le disuguaglianze che sappiamo essere presenti nel mondo in diversi ambiti come il lavoro e la maternità, così si affidano alla rete per colmare le loro lacune», incappando in modelli come Tate. A rimanerne affascinati sono soprattutto uomini appartenenti a minoranze etniche, con più di un terzo che concorda sul fatto che “solleva punti importanti sulle minacce reali all’identità maschile e ai ruoli di genere” rispetto al 12% tra gli uomini bianchi. Il motivo potrebbe essere che i ragazzi appartenenti a minoranze etniche molto spesso si sentonosvantaggiati rispetto agli altrie abbandonati da una politica che nonostante le molte promesse raramente mette in campo azioni concrete volte all’integrazione e alla lotta al razzismo. L’ex kickboxer, invece, urlando in camera chela melanina che rende la pelle più scura “dà saggezza e intuizione, insieme al coraggio e alla forza fisica” e, dicendo ai ragazzi come diventare veri uomini ed essere influenti, offre loro un modo concreto per cambiare vita.Un’illusione di riscattoche non trovano altrove e che credono arrivi dal profilo di una persona che riconoscono come simile e che individua, anche, nell’emancipazione femminile, la causa dellesfortune di molti uomini. Secondo Campbell, l’età degli intervistati potrebbe aver inciso notevolmente sulle risposte date e sulleconvinzionialla loro base che «potrebbero cambiare nel tempo, una volta entrati nel mondo del lavoro. Non possiamo però darlo per scontato data l’importanza dei social media nel modo in cui comprendiamo noi stessi». Insomma, giovani influenzati non è detto che si trasformino automaticamente in adulti maschilisti, ma nemmeno il contrario. Meglio quindi non sottovalutare certe indicazioni, e cercare diindirizzare la Gen Z verso modelli migliori.
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