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Spreco alimentare: in Italia cresce dell’8,05% (per un valore di oltre 13 miliardi)

 

“Stop #foodwaste”, basta sprechi alimentari. È parte del nome della campagna di questo 2024 (il nome completo, infatti, èMake the difference. Stop #foodwaste) dedicata all’11esimaGiornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, evento istituito daSpreco ZerodiLast Minuite Marketcon il patrocinio del Ministero dell’Ambiente. Basta sprechi. Suona come un monito, o un rimprovero, o semplicemente come lanecessità di un’urgente sensibilizzazione sul tema, sulle strette connessioni tra spreco alimentare e impatto ambientale ed economico. E a indurci a una riflessione sull’argomento non dovrebbe essere soltanto il solo gesto di buttar via del cibo, ma i numeri, che parlano chiaro. Una crisi mondiale L’ultimo report diffuso dalCentro Studi Divulgamette bene in luce gli urgenti interrogativi sulla gestione degli alimenti. In particolare,nel 2022, si stima che abbiano sofferto la fame tra 690 e 785 milioni di persone nel mondo, con un incremento del 20% rispetto al 2019. Nel contesto di questa crisi alimentare, però, il dato sorprendete (e sconcertante) è un altro:il cibo sprecato potrebbe sfamare circa 1,26 miliardi di persone ogni anno. Ma vediamo più da vicino i dati. Secondo lo studio, considerando il ciclo di vita di un alimento – e dunque dalla produzione al consumo –un terzo del cibo prodotto globalmente va sprecato, pari a oltre 1,6 miliardi di tonnellate su un totale di 5,3 miliardi disponibili. Nello specifico, nel computo del miliardo di tonnellate di cibo disperso nelle fasi al di fuori della produzione,il 61% è da attribuire alle famiglie, il 26% ai servizi di somministrazione e il 13% alla rete di distribuzione e vendita. Guardando al contesto europeo, si generano quasi 59 milioni di tonnellate di sprechi alimentari ogni anno, equivalenti a 131 chilogrammi per abitante. E, anche in questo caso, la maggior parte è attribuibile alconsumo domestico (53%), mentre il restante 47% si distribuisce all’interno della catena di approvvigionamento. In questo scenario, un dato sconcertante riguarda proprio il nostro Belpaese,con il 73% dello spreco concentrato all’interno delle mura domestiche, per un totale di 8,65 milioni di tonnellate di alimenti buttati via. Peggio di noi solo Francia (9 milioni di tonnellate) e Germania (10,9 milioni di tonnellate). Ancora, per quel che riguarda l’Italia, l’anticipazione del rapportoIl caso italianodell’Osservatorio Waste Watcher Internationalevidenzia unacrescita dello spreco dell’8,05%,per un valore di oltre 13 miliardi, dove quello domestico incide per quasi 7,5 miliardi. L’iniziativa Spesa Sospesa In un’ottica di lotta allo spreco alimentare, sono numerose le iniziative che prendono piede nei nostri territori; una di queste èSpesa Sospesa, il progetto di solidarietà circolare targatoFondazione Lab00 Ets. Insieme alla piattaformaRegusto, l’iniziativa consente alle imprese, alle catene di distribuzione e ai produttori locali didonare i prodotti in eccedenza o in scadenza, e di venderli a prezzi accessibili a tutti, generando una serie di impatti positivi sia sul fronte alimentare, sia su quello ambientale ma anche sul fronte sociale. «Le statistiche sullo spreco alimentare hanno ancora un impatto importante sulla nostra società. Con il progettoSpesa Sospesadal 2020 cerchiamo di invertire questo processo, cercando di ridurre la distanza tra povertà crescente e spreco», spiegaFrancesco Lasaponara, presidente diFondazione Lab00 Ets. E conclude: «Combattere lo spreco è possibile ed è un dovere per tutti noi, per questo è fondamentale parlarne e sensibilizzare sempre di più istituzioni, aziende, scuole e cittadini sugli effetti che questo fenomeno ha su società e ambiente». Sulla stessa lunghezza d’onda la chef stellataCristina Bowerman, ambasciatrice diSpreco Zero: «La sostenibilità è una scelta di vita nella quale è necessario credere. Io ci credo, e penso che il role modeling, l’esempio, sia fondamentale per dimostrare che è possibile vivere in un mondo più sostenibile». E ancora: «Assistiamo nel mondo occidentale a una battaglia da un lato contro lo spreco di cibo e dall’altra contro l’eccessiva assunzione dello stesso. Tutto questo ha un costo notevole, non solo economico, ma anche sociale e ambientale». «Da una parte del mondo si promuovono diete dimagranti, mentre dall’altra parte ci sono individui che muoiono di fame – prosegue – Ognuno deve fare la propria parte per questo mondo così bistrattato e anch’io voglio essere un modello di riferimento […] Con il mio lavoro voglio essere d’esempio e cerco di non sprecare nulla, di non comprare mai derrate alimentari in eccesso». Il progettoSpesa Sospesa, dalla sua nascita nel 2020,ha raccolto poi 1,5 milioni di euro che sono stati utilizzati per l’acquisto di beni di prima necessità e poi messi a disposizione di enti non profit, e ha contribuito all’ecosistema circolare promosso daRegusto, che ha già consentito il recupero di oltre 9000 tonnellate di prodotti alimentari a rischio spreco. «L’attività diRegustonasce nel 2016 con l’obiettivo di proporre soluzioni concrete per prevenire e ridurre lo spreco alimentare – spiegaMarco Raspati,ceodiRecuperiamo Srlee co-founder diRegusto– OggiRegustoè il primo portale per la gestione di attivitàsharing for charitye la nostra mission è sempre stata quella di generare impatto positivo […] I risultati raggiunti ci spingono a fare sempre meglio e sempre di più, contribuendo a generare un impatto sull’ambiente e i territori, offrendo alle aziende un vantaggio non solo sociale e ambientale, ma anche economico».

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