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Somalia: arriva il primo programma televisivo condotto da donne

 

Per la squadra diBilan Media, una società di informazione somalacomposta solo da donne, poter condurre unprogramma televisivo di attualitàè un primo grande traguardo, mentre per altri Paesi del mondo rappresenta quasi la normalità. Bilansi sta preparando al lancio del primoprogrammadel Paese che sarà condotto da una donna. Loshow-dibattito, che nel corso delle sue puntate affronterà alcuniargomentitabù, è il primo della televisione somala ad avere un panel composto per almeno il 50% da donne. Sarà anche il primo ad affrontare argomenti complessi, come lacarenza di donne in ruoli come l’insegnamento o la politica.Soprattutto in ambito politico, mancano figure femminili di riferimento. A dicembre il team aveva già lanciato unprogetto pilota, cheaveva affrontato il tema dell’educazione mestrualenelle scuole riscuotendo un grande successo tra l’opinione pubblica: ora diventerà unappuntamento mensile fisso, in stileBbc Question Timedel Regno Unito, e sarà lanciato proprio in occasione dellaGiornata internazionale della donna, l’8 marzo. Naima Saida Salah, la conduttrice, aveva commentato il primo successo di dicembre spiegandol’impatto disastroso che ha avuto la disinformazione sul ciclo mestruale sulle ragazze: «Una giovane donna tra il pubblico ha condiviso la propria esperienza – ha raccontato – Ricordava l’ora e il giorno esatti in cui erano iniziate le mestruazioni perchénon aveva idea di che cosa stesse succedendo.Pensava di morire. È stato solo dopo averlo detto alla sorella maggiore che ha capito». Ma Salah è molto orgogliosa di aver portato in televisione e quindi in un dibattito pubblico un tema tanto naturale quando considerato tabù come quello delle mestruazioni: «Le donne, me compresa, non hanno mai avuto l’opportunità di conoscere il ciclo da ragazze; anche le nostre mamme non ne discutono. La gente pensa che questo sia un tabù, maè un fatto naturale, esiste e non possiamo continuare a ignorarlo». Sul tema si era espresso favorevolmente ancheCabdulqaadir Maxamed Xasan, il direttore della rete scolastica della capitale somala, Mogadiscio: «Datala scarsità di insegnanti donne nel sistema dell’istruzione, le ragazze spesso hanno difficoltà durante il ciclo ad adattarsi alle circostanze. E questo dibattito ha sottolineato l’importanza del sostegno della comunità durante questo periodo critico per le ragazze, soprattutto all’inizio dell’adolescenza». Bilan Mediaè stato fondato nel2022grazie anche al supporto delProgramma per lo sviluppodelleNazioni Unite. Il team è composto da6 giornalisteguidate daNasrin Mohamed Ibrahim, una delle poche donne produttrici di notizie di tutta la Somalia, e rappresenta un’eccezione in un panorama mediatico tutto al maschile. Le conseguenze di avere un gruppo composto da sole giornaliste si riflettono anche nei contenuti: «Uno dei motivi per cui le storie delle donne vengono raramente raccontate dai media somali è che la maggior parte dei reporter sono uomini– aveva spiegato Ibrahim dopo la puntata pilota –Le donne ci parleranno perché anche noi siamo donne, ci permetteranno di entrare nelle loro case, nelle loro sale di preghiera e nei loro spazi privati». Il progetto, quindi, è stato creato anche per questo:per offrire alle donne uno spazio dove poter raccontare le loro storie, per dare spazio a quei temi che di solito vengono classificati come poco importanti, come i racconti delle persone che vivono con l’Hiv, le storie di abusi sui minori e quelle di depressionepost partum.

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