I combustibili fossili violano i diritti umani,come quello alla salute, dei residenti esposti in zone di forte produzione. Ad affermarlo è unnuovo rapportodiAmnesty Internationalche si è focalizzato su un caso degli Stati Uniti, quello deiresidenti che abitano vicino allo Houston Ship Channel, canale sovrastato dai fumi delle grandi aziende petrolchimiche che lo affiancano. SecondoAmnestyi principali impianti petrolchimici con sede a Houstonviolano il diritto dei residenti di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile, secondo quanto sostengono le Nazioni Unite. L’indagine, la prima del genere suidanni ai diritti umani legati all’industria del fossile, è durata circa un anno. «Spesso – afferma Alysha Khambay, ricercatrice e autrice del rapporto – le zone sacrificate si trovano in aree in cui le protezioni ambientali sono minori o più deboli. Nel contesto statunitense ci sono protezioni ambientali, ma la mancanza di applicazione significa che questi danni continuano a verificarsi». Danni che si verificano lungo lo Houston Ship Channel,zona dove si trovano oltre 600 impianti di petrolio e gas, tra cui sedi diExxon Mobil,Shelle altri.Il rapporto sostiene chei disastri chimici sono così frequenti nella zona da essere considerati il “costo per fare affari”. “I risultati dimostrano che le pratiche operative irresponsabili delle compagnie petrolchimiche lungo lo Houston Ship Channelminano il godimento di numerosi diritti umani delle comunità di confine,dei lavoratori degli impianti e dei primi soccorritori”, sostiene il report. «Le vite delle persone e dell’ambiente vengono devastate dalle grandi imprese. Le comunità coinvolte sono ampiamente caratterizzate da bassi redditi e sono vittime di discriminazione razziale; si trovano frequentemente private dell’accesso alle cure mediche necessarie e di fronte a barriere praticamente invalicabili nel perseguire la giustizia.È razzismo ambientale», continuaAlysha Khambay. Gli stessi residenti hanno raccontato aAmnestyche molte persone hanno ricevutodiagnosi di malattie respiratorie, cancro ai polmoni, asmae problemi di salute di vario tipo. La speranza di vita media nelle comunità che vivono lungo lo Houston Ship Channel”è ridotta anche di 20 anni rispetto a quella di chi si trova nei quartieri a maggioranza bianca situati a soli 24 km di distanza”. Parallelamente ancheHuman Rights Watchha pubblicato una ricerca, dall’inequivocabile titolo“Qui stiamo morendo”, in cui racconta come i combustibili fossili impattino inLouisiana nell’area conosciuta come “Cancer Alley”:anche in questo caso i residenti risultano esposti a rischi elevati di cancro, patologie respiratorie e danni alla salute materna, riproduttiva e neonatale. Sia in questo caso, che per la questione del Texas, secondo Alysha Khambay in caso di irregolarità ambientali e fuoriuscite tossiche «le normative spesso non vengono applicate e molte delle aziende coinvolte sembrano considerare eventuali multe da parte delle autorità, se applicate, semplicemente come un ulteriore costo d’impresa. Alcune strutture hanno ripetutamente esposto le comunità locali a sostanze chimiche pericolose con avvisi scarsi o inadeguati. Non esiste una normativa deterrente efficace che impedisca a queste aziende di arrecare danno alle persone, cosa che avviene quasi impunemente. Il sistema attuale è sbilanciato a favore delle aziende e contro le persone che queste stesse aziende danneggiano. Le violazioni dei diritti umani legate all’industria petrolchimica a livello mondiale sono spesso incredibilmente dannose.Questo deve e può cambiare»,conclude. Infine,Amnesty Internationalchiede che venga “effettuato un miglior monitoraggio dell’inquinamento lungo i confini degli impianti, un maggior numero di ispezioni e azioni di regolamentazione, nonché che l’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente eserciti più frequentemente i suoi poteri per far rispettare le leggi nazionali in Texas e punire gli inquinatori.Le comunità locali devono avere accesso a rimedi e risarcimenti per i danni subiti, inclusi finanziamenti per l’assistenza sanitaria”.
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