Categories: Lettere

Maschile femminile e schwa

 

Per gli interessanti argomenti cheLa Svoltapubblica, non è necessario che ci sia sempre questa martellante necessità di specificare il maschile e il femminile (sconsigliato anche dall’Accademia della Crusca) in ogni occasione dove si presenta.Ho smesso di leggere un vostro articolo quando, dopo avermi informato più volte del m/f, la giornalista si è esibita anche con “i e le fan”. Un capolavoro giornalistico…Proprio di recente ho letto che importanti giornali tedeschi hanno annunciato di aver abbandonato l’ “esperimento” di specificare sempre la distinzione m/f perché rendeva la lettura più difficoltosa e non fluida (“Schweizerinnen und Schweizer”) e perché non rispettava il parlato.Immagino che mi risponderete che questa è la vostra politica d’inclusività (grazie che almeno non usate “*” o lo schwa) e che io sono libero di scegliere. Corretto, e allora leggerò il tema, trattato sul vostro giornale, da un altro giornale perché il mio desiderio è di informarmi sull’argomento e non di venir “educato” all’inclusione.Alberto Privitera Per gli interessanti argomenti cheLa Svoltapubblica, non è necessario che ci sia sempre questa martellante necessità di specificare il maschile e il femminile (sconsigliato anche dall’Accademia della Crusca) in ogni occasione dove si presenta. Ho smesso di leggere un vostro articolo quando, dopo avermi informato più volte del m/f, la giornalista si è esibita anche con “i e le fan”. Un capolavoro giornalistico… Proprio di recente ho letto che importanti giornali tedeschi hanno annunciato di aver abbandonato l’ “esperimento” di specificare sempre la distinzione m/f perché rendeva la lettura più difficoltosa e non fluida (“Schweizerinnen und Schweizer”) e perché non rispettava il parlato. Immagino che mi risponderete che questa è la vostra politica d’inclusività (grazie che almeno non usate “*” o lo schwa) e che io sono libero di scegliere. Corretto, e allora leggerò il tema, trattato sul vostro giornale, da un altro giornale perché il mio desiderio è di informarmi sull’argomento e non di venir “educato” all’inclusione. Guardi che fare un giornale nel 2024 non è mica uno scherzo… neppure per noi. Una volta, quando ho preso io il tesserino da professionista, era tutto più semplice: la notizie come la notizia. E poi maschile a indicare il neutro, plurali singolari senza pensieri, e tanto tanto tempo e correzioni in meno. Oltre che scontento in chi leggeva, perché capisco la sua lamentela e la condivido appieno! Anche il mio editore, Pietro Colucci, un giorno mi chiese quando cominciammo a pensareLa Svolta: va bene il vocabolario inclusivo, ma se una persona desidera leggere una newsletter normale, senza tutta questa “arrampicatio vitris” sarà ben possibile scegliere di leggere un articolo come una volta? Aveva ragione, e mi piacerebbe poter utilizzare una tecnologia che – a seconda delle proprie scelte e preferenze – mette a disposizione dei lettori la modalità di lettura che preferisce, circa ilvocabolario inclusivocosì come per altre scelte. La verità è che sarà anche possibile farlo, ma in questi due anni di vita conLa Svoltaabbiamo privilegiato l’informazione alla tecnologia, le persone alla targettizzazione, l’autenticità all’intelligenza artificiale. Siamo essere umani, e stiamo provando a rispettare gli altri esseri umani – anche – con un linguaggio più attento. Ha ragione, il troppo stroppia, dobbiamo ancora trovare un equilibrio senza equilibrismi nella scrittura e nel rispetto delle minoranze, certe volte siamo proprio noiosi. O noiose. Ecco, appunto, ha capito di cosa sto parlando?

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