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Il pericolo è come il lupo delle fiabe: un mago del travestimento

 

Domenica 7 gennaio, è successo un fatto molto grave. Alcuni lo chiamanolibertàma è un’altra cosa:pericolo. A Roma si sonoriuniti centinaia di manifestanti per ricordare la morte di 3 ragazzi uccisi tanto tempo fa, nel 1978. Questo doloroso avvenimento è chiamato“strage di Acca Larentia”, dal nome della via in cui è avvenuto, e fa parte di una triste e lunga collezione di uccisioni per motivi politici che ha segnato quel periodo. Da allora, il 7 gennaio di ogni anno, molti militanti di estrema destra si ritrovano per celebrare il ricordo dei 3 giovani uccisi, anch’essi di destra.Ricordare una persona che non c’è più, soprattutto se è morta ingiustamente,è un dirittoche fa bene al cuore e alla memoria della società. Il ricordo dei 3 ragazzi, però, è diventato negli anni un appuntamento fisso in cui persone di estrema destra si radunano in via Acca Larentia e manifestano a gran voce i loro ideali. E anche quest’anno, schierati in ranghi come militari,hanno fatto il saluto fascista, quello col braccio destro alzato, e hanno risposto compatti e in coro “Presente!” al grido d’appello: “A tutti i camerati uccisi”. Manifestare un ideale è giusto quanto ricordare una persona che non c’è più,a condizione che questo ideale non sia un pericoloper la società e le persone. E ilfascismodel secolo scorso e leorganizzazioni neofasciste di oggi sono mosse da ideali pericolosi. Credono in uno stato autoritario in cui le persone non sono pienamente libere di pensare, esprimersi e agire.Sonorazzistee xenofobe, cioè credono che ci siano popoli e culture superiori agli altri e vedono di cattivo occhio gli stranieri.Sono omofobe, cioè disprezzano i maschi che s’innamorano dei maschi e le femmine che s’innamorano delle femmine. Credono nell’odio, nella prepotenza e nella violenza. Il pericolo del fascismo non è un’invenzione: prima e durante la Seconda Guerra Mondiale,il fascismo ha contribuito alla morte di milioni di persone, oltre che all’incarcerazione di chi la pensava in modo diverso. È per questo chein Italia esiste un reato importantissimo che si chiama “apologia del fascismo”. Nella nostra bella Costituzione del 1948, c’è scritto cheil partito fascista, abolito dopo la guerra,non può più essere rimesso in piedi.Troppo brutto, troppo pericoloso. Chi incita gli altri a ricrearne uno fa, come si dice, l’apologia del fascismo, cioè la difesa del fascismo. L’apologia del fascismo è un reato serio per il quale si può andare in prigione. Vedere centinaia di persone che fanno il saluto romano, fingendo di essere un esercito, che sognano compatte il ritorno di quel mondo brutto è apologia del fascismo. E vederle agire indisturbate è molto inquietante. Il problema è che la legge è chiara e confusa al tempo stesso.Fare l’apologia del fascismo è un reato ma impedire a qualcuno di manifestare le proprie idee si oppone a un altro principio fondamentale della nostra costituzione: lalibertà di espressione. È per questo che, negli anni, a seconda dei casi, alcune persone accusate di apologia del fascismo sono state assolte. A detta dei giudici, infatti, esprimevano solo le loro opinioni senza, però, voler ricreare il partito fascista. Dopo lo scandalo che hanno suscitato le immagini di domenica, il governo ha cominciato piano piano a reagire,identificando le persone presenti. Il ministro dei trasporti, che si chiama Matteo Salvini ed è un uomo di destra, ha voluto rassicurare tutti dicendo così: «la storia ha sconfitto il fascismo». Per una volta, vorrei tanto credergli. Ma la storia non esiste, la storia non è un supereroe.Sono stati gli uomini, le donne e anche i bambini che hanno fatto la Resistenza a sconfiggere il fascismo.Anche il fascismo non esiste, non è il supercattivo di un film. Il fascismo erano e sono persone. Ma le idee e gli ideali, buoni o cattivi, restano liberi e tornano sempre. Tornano quando c’è poca memoria, quando si ha voglia di cambiare, quando non si sta attenti e si scambia il lupo per la nonna. Allorabisogna fare attenzione al pericolo delle idee cattive: Carnevale si avvicina, e chissà da cosa avranno voglia di travestirsi stavolta.

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