Sheikh Hasinace l’ha fatta per la quarta volta consecutiva:resterà in carica come prima ministra per altri cinque annidopo che il suo partito, laLega Popolare Bengalese(in ingleseAwami League)e i suoi alleati hanno conquistato tre quarti dei seggi alleelezioni parlamentariche si sono svolte domenica 7 gennaioin Bangladesh. Anche se i dati ufficiali della Commissione elettorale parlano diun’affluenza al 40%, i critici sostengono che le cifre siano falsate. Durante il voto, infatti, i militanti dell’opposizione hanno organizzato una manifestazione a Dacca, la capitale bengalese, in cui hanno protestato imbavagliati per simboleggiare ilboicottaggioa quello che il Partito nazionalista del Bangladesh ha definito un “simulacro” di elezioni. Hasina ha conquistato, così, il quinto mandato in totale:era il 1996 quando venne nominata prima ministra per la prima volta. Poi fu rieletta nel 2009, nel 2014 e nel 2018. La vittoria del 2024 l’ha confermatala leader più longeva delBangladesh,un Paese a maggioranza musulmana che conta 160 milioni di abitanti, non senza polemiche: secondo l’opposizione e diverse organizzazioni internazionali, tra cuiHuman Rights Watch, nei 15 anni alla guida del Governo, Hasina si è trasformatada difensora della democrazia a una delle sue più grandi minacce. Chi è Sheikh Hasina? Nata a Tungipara, nel sud del Bangladesh, nel 1947, Sheikh Hasina è una politica bengalese. È la figlia dISheikh Mujibur Rahman, considerato il “padre della Nazione “, che guidò il movimento indipendentista bengalese e portò all’indipendenza del Paese dal Pakistan nel 1971. Nel 1975, quando Hasina aveva 28 anni e si trovava in Germania con la sorella, il padre venne assassinato insieme alla madre, ai 3 fratelli e al personale domestico da un gruppo di ufficiali dell’esercito come parte diun colpo di Stato militare. Questo episodio,riportal’Associated Press, la spinse a continuare quanto cominciato dal padre: la sua ambizione principale, da lì in avanti, sarebbe stata creare la Nazione che lui immaginava. Per anni, dopo l’assassinio, Hasina visse in esilio in India e tornò in Bangladesh per prendere le redini dellaAwami League. I militari al Governo la tennero fuori dai giochi per tutti gli anni ‘80, finché non venne eletta per la prima volta nel 1996. Da lì in avanti Hasina ha governato il Paese alternandosi con un’altra donna,Khaleda Zia, leader del Partito nazionalista del Bangladesh, che accusavaALdi usare tattiche repressive per rimanere al potere. Nonostante Hasina e il suo partito si siano schierati contro le dittature militari e si siano mossi per promuoverepolitiche a favore delle donnee delle fasce più povere della popolazione, secondo le opposizioni e anche secondo diverse organizzazioni internazionali, Hasina sarebbe diventata una delle principali minacce alla democrazia in Bangladesh. A partire dal 2001, quando Hasina perse le elezioni, e fino a quando non venne rieletta nel 2008, quel periodo venne segnato daviolenze politiche, disordini e interventi militari. I critici sostengono che il suo Governo abbia utilizzato un approccio duro per mettere a tacere il dissenso, per reprimere la libertà di stampa e la società civile. Nel 2021un’indaginediHuman Rights Watchha documentato86 casi di sparizioni forzate in Bangladesh, accusando le autorità (e in particolare al corpo anti-crimineRapid Action Battalion)di esserne responsabili. La ricerca, secondo Ferdousi Shahriar, vice capo missione presso l’ambasciata del Bangladesh a Washington, era «basata su fonti di informazione discutibili» e confondeva dei possibili «rapimenti con sparizioni forzate» architettate dal Governo. Basandosi sui dati raccolti dai gruppi per i diritti bengalesi,Human Rights Watchha affermato chequasi 600 persone sono state fatte sparire con la forza da quando Hasina è (ri)entrata in carica nel 2009.Il Governo ha sempre negato qualsiasi responsabilità. Aottobreenovembredel 2023 il gruppo per i diritti umani ha documentatonuove violenze contro leader e sostenitori dell’opposizionein vista delle elezioni di domenica: “quasi 10.000 attivisti sono stati arrestati dopo una manifestazione del Partito nazionalista del Bangladesh” che si è tenuta a fine ottobre, “almeno 16 persone sono state uccise, tra cui 2 agenti di polizia e più di 5.500 persone sono rimaste ferite”, ha spiegatoHrw, che ha esortato la prima ministra a “chiedere la fine immediata degli arresti politici e illegali”. I sostenitori di Hasina, tuttavia, pongono l’accento sui progressi raggiunti durante la sua leadership: la costruzione diinfrastrutture prima inesistenti nel Paese, comeuna rete elettricain grado di raggiungere i villaggi più remoti, poilinee ferroviarie, autostrade, porti, il ponte più lungo del Bangladesh e la metropolitana di Dacca.Lo sviluppo di un’economia che,riportalaBbc, ha superato la vicina India, con la Banca Mondiale che stima che più di 25 milioni di persone sono uscite dalla povertà negli ultimi 20 anni. E diun’industria dell’abbigliamentodiventata una delle più competitive al mondo. Inoltre, con Hasina ragazze e ragazzi hanno potuto riceverelo stesso grado di istruzione,più donne si sono aggiunte alla forza lavorodel Paese epiù di 1 milione di musulmani Rohingya, una minoranza etnica perseguitata nello stato del Myanmar, ha trovato rifugio in Bangladesh. Oggi la prima ministra, che alla fine del suo nuovo mandato avrà 81 anni, è membro delCouncil of Women World Leaders, una rete internazionale di presidenti donne e prime ministre. Nel 2020Forbesl’ha inseritatra le 100 donne più potenti del mondo, classificandola al 39° posto.
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