Entro il 30 giugno 2026 il governo italiano deve crearealmeno 60.000 alloggi per studenti, come previsto dalla riprogrammazione del Pnrr, IL Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta diaumentare del 125% i posti attualmente disponibili, pari a 47.500. L’obiettivo dovrebbe essere quello di rispondere allamancanza di dormitori accessibili nelle città italiane, un deficit che rende la vita di circa 600.000studenti universitarifuori sedeeconomicamente problematica. Per farlo sono a disposizione1,19 miliardi di euroal posto dei 960 milioni previsti inizialmente. La manifestazione d’interesse pubblicata questa estate dal Ministero dell’Università e della Ricerca ha permesso di individuare67.292 alloggi potenzialmente disponibili, di cui 15.104 provenienti dal pubblico, 50.524 dal privato e 1.664 da Enti ecclesiastici.La maggior parte sono situati in Lombardia (20.148), in Veneto (7.797) e Lazio (6.586). Tra le città che presentano la concentrazione di disponibilità più alta, Milano ne potrebbe fornire 11.470, Roma 5.304 e Torino 2.776. Proprio aMilanoe Roma esiste il divario maggiore tra domanda e offerta di sistemazioni per gli studenti universitari. Il bando, non ancora pubblicato, dovrebbe prevedere un contributo di20.000 euro per ogni posto letto a beneficio dei gestori pubblici e privati degli studentati(in origine era di 12.500 euro)e l’obbligo di applicare tariffe di affitto per gli studenti ridotte almeno del 15%rispetto al valore medio di mercato. Per calcolare questa riduzione si terrà conto della zona in cui è collocata la struttura e dei servizi disponibili nell’edificio. Secondo un’analisi sulavoce.infodi Alessandro Santoro, team leader del ministero dell’Economia e delle Finanze durante la fase di definizione del Pnrr e attualmente delegato per il diritto allo studio per l’Università di Milano-Bicocca, “gli strumenti messi in campo potrebbero consentire una riduzione delle tariffe per posto letto nell’ordine del 10-15 per cento, una percentuale che, per la realtà di molti mercati immobiliari locali delle cittàuniversitarie(Milano in primo luogo), non è sufficiente a soddisfare la domanda proveniente dagli studenti delle graduatorie del diritto allo studio che dovrebbero essere, secondo le stesse indicazioni della riforma, i primi destinatari dei posti letto aggiuntivi”. Il report “Emergenza fuorisede”realizzato dall’associazione studentescaUnione degli Universitari (Udu), sottolinea chein Italia 8 studenti su 10 faticano a trovare un alloggio. Una stanza singola costa in media 430 euro al mese, spese incluse, ma oltre il 10% degli affitti presenta irregolarità. A Milano si paga più che altrove: una camera singola costa circa 650 euro di affitto. Seguono Bologna e Roma, dove il costo si aggira sui 500 euro. Ogni anno, gli studenti fuorisede spendono mediamente l’87% in più rispetto agli studenti in sede e il 70% in più di quelli pendolari. Per Federconsumatori “questi costi proibitivi alimentano non solo le disparità, rendendogli studi universitari un’opportunità sempre più riservata alle classi medio-alte, ma anche l’abbandono degli studi”. L’ultimo report dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricercaha rilevato infatti chesolo il 28,3% della popolazione tra i 25 e i 34 anni riesce a conseguire un titolo universitario, mentre il tasso di abbandono è cresciuto e “è facile prevedere che sia destinato ulteriormente a salire, visto il forte incremento dei costi a carico delle famiglie per mantenere uno studente universitario”.
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