Oggetti inutili che finiscono a prendere polvere – molti dei quali prodotti in condizioni di sfruttamento – corrieri che schizzano da una parte all’altra del Paese con buona pace di chi ci dice di contenere le emissioni, montagne rifiuti da smaltire. Econsumi, consumi, consumi. Spesso i regali di Natale non sono tanto (o non solo) un modo per dire alle persone che amiamo (e a quelle a cui ci sentiamo in dovere di farli) “ho pensato a te”, ma un obbligatorio rito collettivo a cui spesso facciamo fatica a sottrarci. Qualcuno, però, sta iniziando a cambiare le cose. Secondo un sondaggio diPayPal,il 33% degli italiani ha ridotto il numero di doni scambiati, modificando anche l’approccio al mood delle feste – anche se la voglia di festeggiare non si è affievolita – puntando sempre più spesso su meno decorazioni e optando per quelle fai-da-te, scelte dal 20% degli intervistati. Dietro lariduzionedel numero dei regali, però, non ci sono solo motivazioni economiche: se stringiamo il focus sullaGen Z, infatti, scopriamo cheil 21% lo fa per motivi etici e che il 10% acquisterà regali dando priorità a principi etici e di sostenibilità. Ma anche le donazioni e le cause sociali giocano un ruolo significativo nella scelta del regalo (7%). A livello di popolazione generale, sono quasi 2 su 10 (19%) le persone che scelgono regali etici. Non solo: soprattutto tra i più giovanista crescendo l’interesse verso iregalisecond hand: circa il 60% di chi ha risposto a un sondaggioWallapopprenderà in considerazione l’acquisto di oggetti usati durante lo shopping di Natale, in particolare chi ha tra i 25 e i 34 anni. Il motivo? L’attenzione alla sostenibilità. Ma l’approccio più attento dellaGen Zverso gli acquisti di Natale non è un’esclusiva italiana.Due sondaggi pubblicati daDeloitteeMcKinsey & Co., infatti, mostrano come il panorama dei regali di quest’anno potrebbe apparire diversoanche a livello globalee come sia proprio la Gen Z a guidare la transizione verso spese più contenute o più consapevoli. Secondo l’indagineDeloitte, l’aumento complessivo della spesa per i regali natalizi – che torna ai livelli pre-Covid – maschera un cambiamento nel comportamento di spesa di chi ha tra i 18 e 25 anni. Una tendenza al ribasso confermata dalMcKinsey Consumer Pulse Survey, che mostra come la Gen Z stia optando per alternative più economichee un allontanamento dalla consueta “follia natalizia” che è in linea con il più ampio sentimento di incertezza che circonda l’economia statunitense. Se l’inflazione è centrale in questodownshiftingnatalizio, il peso dell’attenzione delle nuove generazioni ai temi sociali e ambientalisi fa sentire anche negli Usa, indirizzando le scelte delle aziende che sono consapevoli del loro peso in termini di consumo e marketing: non è un caso che il 93% dei dirigenti intervistati abbia affermato di concentrarsi su iniziative sostenibili per acquisire la condivisione della mente della Generazione Z, mentre il 56% sottolinea che sta cercando modi per ridurre gli sprechi. Il 73% dei consumatori ora considera la sostenibilità un fattore importantequando effettua gli acquisti per le vacanze, ha ricordatoForbescitando uno studio diIbm. Non solo:il 29% degli intervistati prende sul serio le emissioni di carbonio, mentre il 38% cercherà di ridurre l’uso della plastica monouso durante le festività natalizie. 2 su 5 sceglieranno di fare acquisti nelle vicinanze (42%) e si dirigeranno verso prodotti etichettati come sostenibili dal punto di vista ambientale o socialmente responsabili (41%). In particolare, gli intervistati sono disposti a pagare un premio medio del 41% per prodotti sostenibili, del 34% per viaggi aerei sostenibili e del 37% per alloggi sostenibili durante le festività natalizie. L’attenzione è anche sulla sostenibilità del delivery: se è vero, infatti, che la Gen Z si aspetta che i prodotti vengano consegnati rapidamente (il giorno successivo all’ordine), vogliono anche che sia fatto mettendo la tutela dell’ambiente in primo piano.
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