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Quando l’ambiente vince sull’industria fossile: il caso di Panama

 

Il confronto trasostenibilità ed economiaè spesso duro. Le esigenze di tutela dell’ambientesi scontrano con gliaffarie ad averla vinta frequentemente è ilbusiness. Ma forse qualcosa piano piano sta cambiando. Il peso delle ragioni degliambientalisticresce, anche grazie al web. Lo dimostra il caso diPanama. In queste settimane il governo guidato da Laurentino Cortizo ha annunciato la chiusura del sito minerario della società canadeseFirst Quantum Minerals, dopo che i tribunali del Paese centroamericano si sono espressi in tal senso, scoraggiando futuriprogetti di estrazionee annullando la concessione ventennale per questo impianto in particolare, sorto a soli 200 chilometri dalla capitale. L’esecutivo panamènsenon ha esitato a cambiare atteggiamento, dabusiness-friendlyaenvironmentalist: ha agito così sentendosi sotto la pressione dell’opinione pubblica in vista delleelezioniin programma l’anno prossimo nel mese di maggio. Negli ultimi tempi infatti, tra blocchi stradali e denunce sui social, si era levata una grandeprotesta collettivacontro laminiera di rame, supportata pubblicamente da personalità importanti. In primo luogo, un mese fa, l’attore hollywoodianoLeonardo DiCaprioha lanciato una petizione conRe:wild: «Il popolo diPanamasi sta unendo per difendere la natura, chiedendo alla Corte Suprema del Paese di dichiarare incostituzionale un controverso progetto minerario nella foresta pluviale protetta diBosque Donoso. Quest’area, situata nel cuore del più grande corridoio biologico della Mesoamerica, è un’ancora di salvezza per molte specie migratorie. È fondamentale per i mezzi di sussistenza e le culture delle comunità locali e indigene e ospita animali selvatici che includono pappagalli, tapiri, scimmie e giaguari. Questa attività avrebbe un impatto distruttivo sugli ecosistemi, sulle specie e sulle persone circostanti. Un’attenzione globale può aiutare i panamensi a ottenere una vittoria indispensabile perla biodiversitàe può aprire la strada a un futuro più sostenibile». Pochi giorni dopo, con l’avvicinarsi della sentenza,Greta Thunberg si è unita all’appello: «Il futuro dell’area protetta di PanamaBosque Donosoè questa settimana nelle mani di nove giudici della Corte Suprema del Paese», ha continuato l’attivista svedese per il clima, «La minieramette in pericolo la vita e la salute delle comunità locali e minaccia la sopravvivenza della fauna selvatica e la salute dell’ecosistema. Insieme alle organizzazioni locali e internazionali siamo solidali con il popolo diPanamáe chiediamo alla Corte Suprema di respingere la più grande miniera di rame a cielo aperto dell’America Centrale!». Quindi a fine novembre, con un voto storico, la più alta corte della nazione ha dichiarato incostituzionale il contratto relativo allaminiera, segnando una vittoria per imanifestanti ambientali: «Questa sentenza difende i diritti, le voci e il benessere delle comunità locali rispetto agli interessi orientati al profitto»,hanno commentato i promotori della petizione, «Questa vittoria è anche un faro di speranza per il futuro del nostroPianeta. La salvaguardia di ecosistemi insostituibili come questi è fondamentale per combattere ilcambiamento climaticoe la perdita dibiodiversità». IlFinancial Timesha definito la chiusura dei progetti minerari come “un colpo di stato ambientale”, aggiungendo però che può essere “paralizzante” perle economie in via di sviluppo. Non solo Panama si trova ora davanti a uno dei più grandi casi legali di controversia internazionale della storia – si parla di 50 miliardi di dollari di possibili richieste di risarcimento – ma deve anche affrontare il tema produttivo: la miniera contribuiva al 5% del Pil e assicurava un’occupazione a molte persone. Dal canto suoFirst Quantumprobabilmente non ha lavorato abbastanza per costruire ponti di comunicazione con la popolazione e per alimentare l’accettabilità sociale delle sue attività. Questo ha fatto crescere sia ilsentimento anti-minerariolocale sia il peso dell’impatto ambientaledell’estrazione. La Svoltad’altra parte ha già saggiatol’importanza della resistenza civile contro l’estrazione mineraria, per esempio intervistandoGalo Ramón ValarezoeOscar Campanini: il fondatore delComunidecin Ecuador e il direttore delCedibin Bolivia hanno spiegato, in occasione delTerra di Tutti Film Festivalpromosso daWeWorld, come affrontare questo grave problema ambientale e social.

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