L’imprenditoriafemminile in Italia, negli ultimi anni, sembra aver preso terreno rispetto ai tempi passati. Ma non è ancora abbastanza. Secondo ilV Rapporto Nazionale sull’imprenditoria femminile 2022realizzato daUnioncamere, in collaborazione con ilCentro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, in Italia, le imprese femminili sono 1 milione e 342.000,pari al 22% di un totale di 6 milioni di imprese attivesull’intero territorio nazionale. Si parla di imprenditoria femminile per tutte quelle micro, piccole o medio aziende che hanno delle caratteristiche particolari: – sono imprese individuali gestite da donne; – sono società cooperative e società di persone costituite almeno al 60% da donne; – società di capitali le cui quote di partecipazione siano in misura non inferiore ai due terzi di donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne. I principali settori in cui si concentrano le imprese femminili italiane sonoquello dei servizi, con una percentuale del 66,8%, mentre per il settore primario e per l’industria la percentuale scende rispettivamente al 15,4% e 11,3%. Dal punto di vista territoriale, invece, le prime cinque regioni con un maggior numero di imprese femminili sono laLombardia, la Campania, il Lazio, la Sicilia e il Veneto. Questo dimostra una certa omogeneità nella distribuzione sull’intero territorio nazionale. Da sottolineare, comunque, anche la crescita delle imprese fondate e guidate da donne nel periodo che va dal 2014 al 2019: in questo lasso di tempo,la crescita delle imprese femminili è stata pari a 2,9% rispetto allo 0,3% dell’imprenditoria maschile. Un dato che, comunque, fa ben sperare. Nonostante questo, la situazione non è ancora ottima. Per cercare di fare un passo avanti verso la parità di genere nel mondo dell’imprenditoria, è stato istituito ilFondo Impresa Femminile, ovvero un incentivo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy volto a sostenere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Si tratta di unadotazione finanziaria complessiva pari a circa 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro di risorse provenienti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021. Rientra, inoltre, nel pacchetto di interventi promossi dal Ministero a sostegno della impresa femminile, indicati come prioritari nella missione “Inclusione e coesione” del Pnrr che ha messo a disposizione unadotazione finanziaria complessiva di 400 milioni di euro. Con il decreto del 3 ottobre 2023, voluto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy insieme al Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, si è deciso diprocedere con una rimodulazione dei fondi destinati all’ambito dell’imprenditoria femminile. In particolare, precedentemente i fondi erano così ripartiti: – 160 milioni di euro per gli interventi a valere sul Fondo impresa femminile, di cui: 38 milioni e 800.000 euro destinati agli interventi intesi come “Incentivi per la nascita delle imprese femminili”; 121 milioni e 200.000 euro destinati agli interventi intesi come “Incentivi per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili”; – 100 milioni di euro per gli interventi a favore delle imprese femminili a valere sulla misura Nito-On (Nuove imprese a tasso zero); – 100 milioni di euro per gli interventi a favore delle imprese femminili a valere sulla misura Smart&Start Italia (Sostegno alle startup innovative). Con il nuovo decreto, si è deciso di rimodulare i diversi fondi: in particolare,l’assegnazione finanziaria sulla misura Smart&Start è stata ridotta a 10 milioni di euro, mentre i 90 milioni rimanenti sono stati aggiunti agli interventi a favore del Fondo impresa femminile, che avrà un valore di 250 milioni di euro e che dovrà incrementare gli interventi a favore della nascita e dello sviluppo delle imprese guidate e fondate da donne nel nostro Paese.
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