Categories: Ambiente

La responsabilità collettiva è una legge di natura

 

Ifemminicidisono unaresponsabilità collettiva. Qualche giurista verrà a dirci che non è corretto, e chela responsabilità è personale e penale. Se non partecipi al reato, oltre a non avere colpa, non hai neanche responsabilità. Non sono d’accordo. Credo che un fenomeno culturale, sistemico come quello dellaviolenza di genereche può sfociare fino aifemminicidi, sia anche responsabilità collettiva e te lo spiego con un paragone. Abitiamo letteralmente un Pianeta “vivente” e, sotto i nostri piedi, si estende lawood wide web,una fittissima rete di comunicazione sotterranea formata dafunghichecollega le radici dellepiantetra loro. Questa rete vive in simbiosi con suolo e piante, consentendo lo scambio di nutrienti e informazioni e favorendo la sopravvivenza e la crescita delle piante. È una delle tante dimostrazione di comenulla esiste da solo, ogni separazione è illusoria, le reti della vita sulla Terra, sono caratterizzate da una grande interconnessione tra i viventi e l’ambiente in cui vivono, che condividono. Quando guardi a un femminicidio,stai guardando solo la punta dell’iceberg,o meglio, potremmo dire,la parte visibile di una pianta. Probabilmente ignori quello che c’è sotto, quanto si estende e quanto anche grazie a lui la pianta è così rigogliosa e in buona salute. La vita dellawood wide webè un organismo indipendente, disaccoppiato dalla vita delle piante, ma simbionte in quanto nel suolo si mantengonoun numeroenorme di connessionitra specie che partecipano a una incredibile economia sotterranea di scambio di risorse e si prestano a trasportare comunicazioni e messaggi di allarme. Se tu, come persona ne insulti un’altra, per esempio una donna, e nessuno ti dice niente, significa chela tua rete ti supporta nelle tue azioni. Se inoltri materiale intimo altrui e nessuno ti riprende, se sei in certi gruppi Telegram o sai che persone a te vicine lo sono e nessuno mette in dubbio che non sia un’azione che fa male ad altri membri, significa chevivi in simbiosi con la tua rete e queste regole. Se faicatcallinge battutine e nessuno ti fa notare che è fuori luogo, se ti dimostri geloso, possessivo, violento o assisti a violenze e nessuno ti richiama, se cresci in un ambiente familiare dove questa roba è normale e nessuno dice niente, se non te ne è mai fregato di chiedere alle donne della tua famiglia se hanno mai subito molestie, se non te ne è mai fregato niente di condividere fatti di cronaca e provare a informarti, educarti o farlo con la gente intorno a te, e come te tanta altra gente non ha mai detto niente…ecco che tu, come tanti altri, sei parte di un sistema, di una società,di una rete,che tutte queste azioni e interazioni normalizza e perpetua. Le rende possibili. Perché se gli elementi che compongono questa rete non mettono in dubbio che alcune funzioni sono un problema, si può agire indisturbati e continuano a farlo. Se ogni elemento facesse la sua parte, assolvendo a funzioni di supporto alla vita e al rispetto degli altri, dimostreremmo di avere un senso diresponsabilità collettivaper combattere ad arginare i problemi della nostra rete. Nella società umana, laresponsabilità collettivaimplica che ciascun individuo è consapevole dell’impatto delle proprie azioni ma anche delle non-azioni all’interno della rete: in uno stesso ambiente, in una stessa società, interconnessa e interdipendente. Anche 5 mesi dopo la rimozione della parte aerea della pianta (la parte superficiale), la rete è capace di mantenere la sua vitalità e funzionalità, e di stabilire nuove simbiosi con altre piante. Il ruolo di tuttə all’interno di questa rete deve essere messo in discussione, chiedendosicosa possa favorire la resilienza e la prosperità dell’interoecosistema,sottolineando l’importanza di agire in modo consapevole e solidale per affrontare sfide comuni.

Redazione

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