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Cresce il numero dei bilanci di sostenibilità: il 46% dalle Pmi

 

L’analisi dei documentipresentati alRegistro impresetenuto daInfoCameretra il 2020 e 2022 relativo alle aziende evidenzia unacrescita del numero di bilanci di sostenibilità(seppur in maniera molto ridotta) a conferma del trend nato negli ultimi anni. Leimpreseche hanno depositato i documenti non finanziari sono303, delle quali 141 (46% circa)sono Pmi – Piccole medie imprese; hanno redatto i bilanci soprattutto aziende del settoremanifatturiero(56 aziende) e finanziario e assicurativo (62); inoltre, quasi la metà hapiù di 250 lavoratori. Il numero, raddoppiato rispetto al 2022 resta tuttavia molto basso: in rapporto agli 877.000 bilanci aziendali analizzati, il numero dei documenti dedicati alla sostenibilità resta comunque davvero modesto. L’attenzione da parte delle aziende verso le tematiche green si è notevolmente elevata negli ultimi anni; tuttavia, un approccio sistematico al tema è ancora poco diffuso. Lo studio sul ruolo delsustainability managernelle aziende,realizzato daDeloitte, evidenzia comesolo il 3% delle organizzazioni abbia già implementato un piano di sostenibilità;un altro 3% ha in programma di introdurne uno, mentre l’11% delle organizzazioni sta valutando l’idea di implementarlo. Inoltre, delle aziende aventi già all’attivo un Piano di Sostenibilità, solo4 su 10 hanno adottato un Kpi per il monitoraggio degli effettidel piano dentro e fuori l’azienda. Sul fronte degli investimenti, poco meno del 20% delle aziende ha investito sulla sostenibilità. Oggi solo lesocietà quotatee glienti pubblicisono tenuti alla redazione delbilancio sostenibilità obbligatorio. La direttiva europea 2022/2464 prevede la graduale estensione dell’obbligo di redigere il rendiconto, dal 2024 (quando saranno interessate le aziende rilevanti di interesse pubblico) al 2026, anno in cui saranno tenute a depositare i rendiconti anche le Pmi quotate. Ilbilancio di sostenibilitàè un’informativa al mercato che descrive l’impegno dell’azienda sui temi disostenibilitàEsgche affrontano il tema dell’impatto ambientale (emissioni di CO2, uso di risorse naturali, sicurezza alimentare), sociale (condizioni di lavoro, parità di genere e così via) e organizzativo (indipendenza del Cda, procedure di controllo, compensi ai manager, lotta alla corruzione) dell’impresa. Quali sono i benefici per le aziende che aderiscono agli standard Esg?Promuovere progetti di sostenibilità può migliorare la motivazione e la soddisfazione degli impiegati, aumentando l’inclusività e il benessere sul posto di lavoro; migliora la reputazione dell’impresa, che giova di una maggiore trasparenza, che influisce sulla fiducia degli investitori e della comunità; attira nuovo personale, soprattutto i giovani, che si sentono più motivati e coinvolti nel dare il loro impegno per la sostenibilità. Inoltre, le certificazioni Esgaiutano anche nei rapporti con aziende partner, con le banche, gli istituti di assicurazione e i finanziatori:spesso sono infatti richieste per gli investimenti (per valutare coperture e condizioni di finanziamento) e nelle relazioni tra imprese; molti finanziamenti europei, poi, sono destinati alle aziende che investono in sostenibilità e in promozione dei valori Esg. «Oggi la dichiarazione non finanziaria è una prerogativa di poche centinaia di imprese,ma per la sua crescente valenza in termini di trasparenza sarebbe opportuno, al pari del bilancio ordinario, incoraggiarne il deposito al Registro delle imprese per tutte le società italiane», afferma Lorenzo Tagliavanti, presidente diInfoCamere. Secondo il movimento B Corp,la Francia è il Paese Ue con il più alto numero di aziende certificate (304 B Corp),cui seguono Italia (231 B Corp)e Paesi Bassi (212 B Corp).La certificazione B Corp identificale aziende che, oltre ad avere obiettivi di profitto, rispondono ai più alti standard di performance sociali e ambientali, trasparenza e accountability. In Italia, il fatturato di queste aziende ammonta a 10,9 miliardi di euro, e offre lavoro a circa 16.000 persone. La sostenibilità è un tema sempre più presente nelle politiche imprenditoriali; l’impegno per un’azienda a essere eco friendly rappresenta un beneficio non solo per la comunità, ma anche per sé, per collocarsi in un mercato non più improntato solo sulla quantità, bensì sulla qualità.

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