È un periodo incredibilmente positivo per il settore lavorativo in Italia, che aAgosto 2023ha toccato ipiù bassi livelli di disoccupazione dal 2009(7,3%). Ciononostante, questo dato non ci consente ancora di competere con il resto d’Europa e ci fa comunque posizionare agli ultimi posti nella classifica dell’Unione. Nel mentre,diminuiscono le persone in cerca dilavoro( – 62.000 unità)e il numero di inattivicon un’età compresa tra i 15 e i 64 anni (- 398.000 unità). Il mercato del lavoro italiano, inoltre, è ancora troppo poco equo, in termini sia occupazionali sia retributivi.Nel 2022, secondo l’Osservatorio dipendenti nel settore privato dell’Inps, i lavoratori dipendenti privati con almeno un giorno di lavoro retribuito durante l’anno sono stati 16.978.425, circa il 4% in più rispetto al 2021. Di questi peròoltre il 57% erano uomini e più della metà risiedeva nell’Italia settentrionale(55,1%), mentre nel Mezzogiorno e nelle isole abitava, rispettivamente, appena il 16,9% e poco più del 7%. Dati che vanno di pari passo con il tasso dioccupazione: mentre al nord nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni a essere occupate sono oltre 7 persone su 10 e al centro quasi 7, nel sud Italia la proporzione è 5 su 10. Undivarioche persisteanche per quanto riguarda gli stipendi: se al nord la media della retribuzione lorda annua è di 26.933 euro, al sud è pari a 16.959 euro. Ad essere svantaggiate sono anchele donne, che in media guadagnano 7.922 euro in meno rispetto ai colleghi di sesso maschile.Nello specifico, la retribuzione media di un uomo è di 26.227 euro lordi all’anno, mentre per ledonnescende a 18.305 euro. Una cifra che equivale a circa un mese e mezzo di lavoro, come ricorda la stessaCommissioneEuropea. Secondo il bollettinoInps dell’Osservatorio sul Precariato,nei primi sei mesi del 2023 si sono registrate oltre 4 milioni di assunzioni, circa 400.000 contratti a tempo determinato sono stati trasformati, mentre le conferme dei contratti di apprendistato sono diminuite del 19% rispetto allo stesso periodo del 2022. A crescere è stato anche il numero di lavoratori occasionali (+12%)che hanno percepito in media 256 euro lordi al mese. I lavoratori precari sono, difatti, coloro che hannosalari più bassi: secondol’Osservatorio dipendenti nel settore privatodell’Inps, nel 2022 i lavoratori a chiamata che hanno lavorato e sono stati retribuiti almeno per un giorno durante l’anno sono stati quasi 700.000, con una retribuzione media pari 2.456 euro lordi l’anno. Non va meglio per i lavoratori in somministrazione, che nel 2022 sono stati 974.511 (il 7,8% in più rispetto al 2021) e hanno guadagnato in media 9.709 euro lordi l’anno. I lavoratori a somministrazione sonoper il 57% uominiil cui guadagno medio in un anno è di 10.943 euro. La retribuzione maggiore spetta alla fascia over 64, che quest’anno ha percepito in media oltre 16.000 euro. Tra le lavoratrici a somministrazione, invece, a guadagnare di più sono coloro che hanno un’età compresa tra i 30 e i 34 anni, con una media di 9.299 euro lordi annui. Unsistema lavorativo ancora estremamente inefficiente: è questo che ci ricordano i numeri degliOsservatoriInps. Sempre più giovani abbandonano la loro terra natale in cerca di migliori opportunità occupazionali fuori confine, chi rimane invece è costretto a fare i conti con lavori precari, bassi livelli salariali e disparità tanto di genere quanto geografiche.
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