A Padova, le madri arcobaleno protagoniste di unalunga battaglia legale per il riconoscimento dei propri figlipotrebbero assistere a unasvolta inaspettataprovenire proprio dalla Procura della città. Tutto è iniziato nel 2017, quando 33 coppie di mamme hanno registrato all’anagrafe del Comune di Padova i loro 37 bambini, nati dafecondazione eterologaaffrontata all’estero.La Procura,ora, con un cambio di rottavuolerimettere la questione alla Corte Costituzionale. Un passo indietro, quindi, dopo che lo scorso giugno la Procura aveva impugnato tutti gli atti di nascita,ritenendoli illegittimisulla base di una circolare del Ministro dell’InternoMatteo Piantedosi. Il sostitutoMaria D’Arpa, con una memoria scritta, ha chiesto al Tribunale di sollevare la questione di legittimità,aprendo la strada a una valutazione più ampia sull’accesso alla fecondazione assistita eterologa per le coppie omosessuali: un intervento accolto con sorpresa e con gioia dalle famiglie coinvolte, rappresentate legalmente dall’associazioneFamiglie Arcobaleno. «È una novità – spiega Michele Giarratano, uno dei legali diFamiglie Arcobalenoe organizzatore delsit-indavanti al Palazzo di Giustizia – La Procura ha spiegato di aver impugnato i certificati di nascita per dimostrare che c’è un vuoto legislativo e quindi ha chiesto al Tribunale di Padova di mandare tutti gli atti alla Consulta, affinché colmi ciò che la stessa Corte ha definito un’intollerabile inerzia». «Ora dobbiamo aspettare la decisione del Tribunale, che probabilmente si esprimerà con un parere univoco al termine delle 33 udienze in calendario – aggiunge – l’ultima delle quali fissata per il 22 dicembre. Contiamo nel responso prima di Natale, e se il Tribunale dovesse decidere di inviare gli atti alla Consulta, in attesa del suo pronunciamento i procedimenti a scapito delle madri intenzionali sarebbero congelati». Questa “svolta” giudiziaria arriva dopo una serie di udienze che hanno visto mamme, avvocati e sostenitori riuniti in tribunale. Ma il cambio di rotta della Procura potrebbe essere stato influenzato anche dallasentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2021, che ha dichiarato la mancanza di una legge per il riconoscimento tempestivo dei figli delle coppie omogenitoriali unaviolazione dei diritti fondamentali dei bambini. Le coppie coinvolte, affiancate dall’associazioneFamiglie Arcobaleno, sono ora in attesa della decisione del Tribunale, programmata per l’ultima udienza fissata il 22 dicembre.E laprospettiva di intervento della Corte Costituzionalerappresenta un potenziale cambiamento significativo nel panorama legale che coinvolge lefamiglieomogenitoriali, aprendo la strada a una riflessione più approfondita sui loro diritti fondamentali.
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