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Splash! Blister, abiti e tappi: dove si buttano?

 

L’insegnamento dellaraccolta differenziatanelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero impararecome dividere i rifiutinei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento diriciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località. In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare.Dove si butta questo? E quello?Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già. Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica – in collaborazione con Junker App, piattaforma specializzata nella raccolta differenziata in Italia – cerca didissipare la nebbia della raccolta differenziatache avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto. I blister dei farmaci Nel 2022 abbiamo speso in farmaci 20 miliardi, uno in più rispetto al 2021, e ci avviamo a sborsarne oltre 21 entro dicembre. In media, come evidenzial’Agenzia Nazionale del Farmaco, i costi sembrano crescere di circa 1 miliardo ogni anno. Questa tipologia di consumo, che probabilmente ha ricevuto un certo impulso conla pandemia di Covid-19, ha notevoli conseguenze ambientali.L’inquinamento farmaceuticoinfatti minaccia il Pianeta, mettendo gli animali e gli ecosistemi a dura prova in tutto il globo, con gravi rischi anche perla salute delle persone. Chissà che non arrivi qualche soluzione dal mondo delletecnologie. D’altra parte il 2023 sembra l’anno dell’Intelligenza Artificiale, che potrebbe presto intervenire anche nell’industria farmaceutica. Grazie all’AI generativa, in particolare, sono già in corso diversi studi clinici avviati con farmaci progettati con grandi data set biologici. Nel frattempo però abbiamo ancora a che fare conpillole e pastiglietutti i giorni, chi più e chi meno. Ei blisterche fine fanno? Dal punto di vista del loro smaltimento occorre fare attenzione. Quelli composti daplasticavanno conferiti nel bidone del materiale prevalente. I blister inalluminioinvece vanno insieme alle lattine e agli altri imballaggi metallici. Ovviamente devono essere vuoti: nel caso fossero pieni, andrebbero invece nellaraccolta dei farmaci. Gli abiti Fino a pochi giorni fa eravamo ancora in pantaloncini con 30 gradi fuori, poi improvvisamente è arrivatol’autunnovero e proprio e abbiamo iniziato a vestirci a cipolla, non sapendo più che pesci prendere. Al di là di queste quisquilie, un aspetto importante delsettore dell’abbigliamentoè legato alle possibilità direcupero degli abiti. In Europa infatti solo il 26% deivestiti usativiene riciclato, mentre il resto contribuisce e non poco all’inquinamento globale. A tal propositoLa Svoltaha intervistatoBrian Iezzi, inventore di una fibra fotonica chepuò essere tessuta direttamente negli indumenti, rendendoli più facilmente riciclabili: in questo modo le etichette scritte nei tessuti ci aiuteranno ariciclare gli abiti. In generalei vestiti usati, che siano in buono o in cattivo stato, vanno conferiti nell’appositaraccolta degli abiti. Infatti, il materiale viene poi selezionato e gli indumenti in buono stato saranno riutilizzati, mentre quelli usurati dovranno essere riciclati comerifiuti tessili. Talvolta è possibile che i contenitori siano gestiti daassociazioni locali di beneficenza, le quali potrebbero scegliere di accettare solo abiti in buono stato. Se invece si tratta di contenitori delGestore del servizio di igiene urbanao di terzi, devono raccogliere anche i tessili in cattivo stato. È importante che gli abiti siano puliti: quellisporchi o macchiativanno gettati nel secco residuo dell’indifferenziata. Egli appendiabiti, invece? Anche per questo c’è Splash!. Tutti i tipi di tappi A corona, sintetici, di sughero monopezzo o agglomerato, ossia composto da rondelle di sughero naturale incollate:l’universo dei tappiha una varietà incredibile e infinita. I tappi a coronaa esempio sono quelli in acciaio: non devono restare attaccati alla bottiglia, vanno gettati insieme alle lattine e agli altri imballaggi metallici. Recentementei tappi di plasticahanno destato scalpore e fatto discutere,perché all’improvviso ce li siamo ritrovati uniti alla bottiglia. Non è un errore di produzione ma l’effetto della nuovadirettiva dell’Unione Europeaper ridurre l’inquinamento. In generale comunque i tappi in materiale sintetico vanno buttati nella plastica. I tappi di sugheropoi possono essere conferiti nelle raccolte dedicate, se presenti sul territorio, oppure possono essere portati nello spazio riservato al legno all’eco-centro. Diversi Comuni li accettano anche nell’organico, ma occorre sempre verificare le regole locali.

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