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Quante volte pensi all’Impero Romano?

 

Nelle ultime settimane sono diventate virali suisocial networkclip difidanzati, mariti, padri e fratellidi tutto il mondo, e che spesso non hanno mai messo piede in Italia,che dichiarano di pensare all’Impero Romano spesso, anche più volte al giorno. Tutta colpa di un meme Tutto ha avuto inizio un anno fa quandol’influencer svedese Saskia Cortha condiviso lo screenshot di unaconversazione con il suo partner, in cui gli chiedeva con quanta frequenza pensasse all’Impero Romano, invitando i suoi follower a fare lo stesso e a condividere i risultati. Un anno dopo la tendenza ha raggiunto il suo apice nei Paesi anglofoni grazieall’intervento di Gaius Flavius, un tiktoker svedese che ha menzionato il post in un Reel, scrivendo: «Molti di voi, signori, non si rendono conto di quanto spesso gli uomini pensino all’Impero Romano. Chiedete a vostro marito, fidanzato, padre o fratello e rimarrete sorpresi dalle loro risposte». Da quel momentomigliaia di persone hanno condiviso i risultatinei commenti al post o hanno creato video suTikTokper registrare le risposte ottenute che spaziavano da «qualche volta all’anno» a «qualche volta al giorno». Ma perché così tanti uomini sembrano nutrire questa segreta e ardente ossessione per l’Impero Romano? Le risposte variano notevolmente: alcuni sono affascinati dai gladiatori, altri dalle innovazioni di quell’epoca, come la costruzione di strade, acquedotti e sistemi di approvvigionamento idrico. Altri semplicemente lo trovano bello per motivi che sfuggono a una spiegazione razionale. In ogni caso l’hashtag #romanempire ora su TikTok conta 1,5 miliardi di visualizzazioni. Quando eravamo i padroni del mondo Storicamente l’Impero Romano è spesso tornato in auge perchémolte nazioni si sono proposte come “il nuovo Impero Romano”, con individui pronti a proclamarsi dei moderni Cesare, come dimostra ilculto romano nel periodo fascistao l’idea diMosca come Terza Roma nella Russia zarista. Che l’impero romano riscuota sempre un discreto successo ce lo dimostrano anche le serie, i film e i libri, come l’ultimo di Aldo Cazzullo,Quando eravamo i padroni del mondo(HarperCollins, 320 pag., 19 €),che celebra l’“impero senza fine”. Per l’autore l’impero romano non è mai caduto davvero, né mai cadràperché i romani hanno plasmato il corso della storia in maniera straordinaria. Non solo hanno dato i nomi ai giorni e ai mesi del nostro calendario ma hanno anche lasciato un’impronta indelebile in campi che vanno ben oltre il tempo e lo spazio che l’Impero stesso ha occupato. Dai miti alla cristianizzazione dell’Occidente, i romani hanno influenzato poeti, artisti, filosofi, militari e legislatori attraverso i secoli. Continuiamo a leggere Seneca e Catullo e a ritrovarci noi stessi dopo millenni, perchél’eredità romananon è solo una gloriosa narrazione di eroi, conquiste e imperatori mariguarda temi antropologici che risuonano ancora oggi. Tralasciando versi romantici o riflessioni filosofiche, basta pensare a quanto il tema dell’integrazione sia stato centrale nella storia di Roma e come proprio la capacità di accogliere persone senza chiedere loro di cambiare usi e tradizioni abbia indubbiamente contribuito a rendere l’Impero Romano così grande. Questioni di genere Come quasi tutte le tendenze dei social media, i meme e i video sull’Impero Romano non sono esenti da controversie.La fissazione per l’impero romano è legata al genere?Le tiktoker che hanno reso virale il trend suggeriscono di chiedere “ai maschi” e non alle ragazze, anche sein controtendenza è stata lanciata la challenge “dell’equivalente dell’impero romano per le donne”dove ognuna rivela la propria fissazione, che sia la pizza margherita, le neuroscienze o più ironicamente Paul Mescal in una qualsiasi scena diNormal peopleo Tom Holland nella sua iconica interpretazione diUmbrelladi Rihanna durante unaLip Sync Battlenel 2017. Anche se il trend è ironico,il mito della mascolinità romana- associata a concetti come forza fisica, lotta, coraggio, leadership – da sempreè generalmente legato all’uomo bianco-cis nostalgico del patriarcato. Insomma pensare spesso all’impero romano o avere come film preferito ilGladiatorenon sono indicatori infallibili di una red flag ma meglio assicurarsene.

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