Fino al 2020bambini e ragazzierano al primo posto come segmento di popolazione che, con più frequenza, frequentavamusei e mostre. Dopo la pandemia però,l’accessoè calato del 10%. Le strutture musealisono luoghi in cui i più piccoli possono approcciarsi alla pittura, alla scultura, alla storia e alle scienze, in modo differente rispetto alle lezioni frontali scolastiche ma, nonostante l’Italia disponga di uno dei patrimoni culturali più estesi del mondo, molti non ne fruiscono, anche per ragioni economiche. L’ingresso, infatti, spesso prevede un costo che non tutti possono sostenere, e a oggi, poco più di un museo su 10 ha attivatoprogetti di contrasto della povertàeducativa. Su come avvicinare i bambini ai musei, facendo in modo che da quell’esperienza tragga giovamento il loro sviluppo cognitivo e creativo, si sono interrogato in tanti, dando vita a diversi progetti. A raccoglierli tutti ci pensa dal 1998 l’associazione internazionaleHands On! EuropeAssociation of Children’s Museum, cheraccoglie le migliori esperienze in questo settoredi cui fanno parte anche sei strutture museali italiane. A caratterizzare questa rete europea è l’approccio visivo e tattile applicato aimuseiper i bambini.“La possibilità di interagire con oggetti reali aiuta il bambino a imparare e stimola la sua curiosità senza annoiarlo. – si legge sul sito – Da questa visione è nato il metodo Hands-on, letteralmente mani sopra/mani in pasta, che restituisce spazi innovativi dedicati ai piccoli. Ecco allora, che la dimensione interattiva diventa centrale tra exhibit (macchine interattive), installazioni multimediali, attività ludiche o percorsi creativi che chiamano in causa i 5 sensi.” Gli obiettivi che questa realtà si pone sono diaumentare la consapevolezza, la visibilità e il valore riconosciuto dei bambini nei musei, facendo conoscere gli spazi museali come luoghi di apprendimento. All’interno del portale Hands On!, sono segnalatesei strutture museali italiane, che fanno parte della rete dei musei per bambini e abbracciano questo metodo pedagogico. AMilanoc’è ilMuba, un museo in cui bambine, bambini, ragazze e ragazzisperimentano, conoscono e imparano attraverso il gioco e l’esperienza diretta.Un metodo cheincoraggia il pensiero creativoa tutte le età con progetti culturali pensati anche per licei e università, formazioni dedicate a insegnanti, educatrici ed educatori e conferenze tematiche inerenti alle mostre-gioco temporanee. AGallarateillaboratorio di ricerca sulle arti nei processi di educazione e partecipazioneAlchemillaorganizza visite interattive per bambine e bambini nei musei attraverso la piattaformaArtoo4education.“perché la loro sensibilità e il loro sguardo sul mondo possono aiutarci a trasformare la realtà in cui viviamo”. ATrento, al museo delle scienzeMusec’è unospazio sensoriale dedicato a piccoli da 0 a 5 anni, dove tutti i sensi sono messi in gioco e dove si trovano fondali marini, pavimenti tattili e cuscini dalle forme strane per saltare in libertà. È presente, inoltre, una discovery room chiamata “Il bosco delle scoperte” nella quale i più piccoli possono annusare, toccare e esplorare l’ambiente boschivo. AVerona, ilVerona Children’s Museumha come regole d’acceso: “vietato non toccare”, “essere curiosi” e “entrare senza scarpe”. La struttura è stata progettataper bambini da 0 a 12 annie offre esperienze visive, sensoriali, ludiche ed emozionali in grado di trasmettere in modo semplice concetti scientifici complessi e stimolare la loro creatività. Un filo rosso collega le aree del museo che si estendono su due piani per un totale di 1000 mq: dal Think Lab – un laboratorio polifunzionale concepito per lo sviluppo di attività pratiche dove la realizzazione e la costruzione sono al centro dell’esperienza – all’Area Interattiva. AMestre (Venezia)l’M9-childrenè più di un museo: è unluogo inclusivo, uno spazio dove scoprire e imparare, attraverso l’esplorazione e la valutazione del ruolo che la storia riveste nel mondo attuale. “Spiegare alle nuove generazioni le radici più prossime dello stile di vita cui sono abituati è la porta d’accesso per trasformare la storia in un fatto concreto, tangibile e vicino. L’esplorazione di altri ambiti di conoscenza, dai linguaggi artistici a quelli performativi, dalle discipline informatiche e della programmazione alle scienze chimiche e fisiche, è il mezzo per immaginare per il domani un mondo inclusivo, paritario e sostenibile”. L’ultimo museo della rete è aRoma, l’Explora Museo dei bambini. Al suo interno si trova unpadiglione interamente dedicato alla scoperta del corpo umano e un’installazione che conduce alla scoperta delle emozioni. Nel percorso espositivo c’è anche l’area mercato in cui i più piccoli possono conoscere e toccare con mano il funzionamento della filiera agroalimentare, comprendere il valore di una sana e corretta alimentazione e lottare contro gli sprechi.
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