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La formica di fuoco è arrivata in Italia

 

Non c’è pace per labiodiversitàdellafaunaitaliana: dopo l’invasione estiva dei mari da parte del granchio blu, a fare capolino nel nostro Paese è laformica di fuoco. Originaria del Sud America econosciuta anche come formica guerriera, formica rossa o Rifa(acronimo inglese di Red Imported Fire Ant), la formica di fuoco è una delle specie più invasive del mondo e la quinta più costosa da combattere: è già accertata, infatti, la sua presenza in gran parte degliStati Uniti(dove ha causato una perdita di 6 miliardi di euro annui), Messico, Caraibi, Cina, Taiwan e Australia. In Europa fino a ora è stata avvistata solo in poche occasioniin alcune zona della Spagna, dei Paesi Bassi e della Finlandia. Tuttavia, secondo ilteam di ricerca coordinato da Mattia Menchettidell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, che ha lavorato in collaborazione con l’Università di Parma e l’Università di Catania,gli avvistamenti in futuro potrebbero essere più numerosi. Come riportato sulla rivistaCurrent Biology, infatti, gli studiosi – dopo sopralluoghi e analisi effettuate in seguito a segnalazioni di frequenti e anomale punture di formiche iniziate già nel 2019 – hanno identificato88 nidi di Solenopsis Invicta(nome scientifico della formica di fuoco) sparsi in 4,7 ettarivicino a Siracusa. Ognuno abitato dacentinaia di migliaia di esemplari. La scoperta preoccupa fortemente gli esperti dal momento che la formica guerriera è capace di diffondersi con estrema velocità, causandodanni notevoli agli ecosistemi naturali, all’agricolturae soprattutto alla salute umana. «La Solenopsis invicta è una delle specie invasive peggiori e può diffondersi molto rapidamente – ha spiegato all’Ansa Mattia Menchetti. – Trovare questa specie in Italia è stata una grande sorpresa, ma sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato». Questi esemplari sono molto tenaci, forzuti ecapaci di devastare interi campi coltivati, ma anche fortemente attratti da elettricità e onde elettromagnetiche, tanto dadistruggere fili e macchinari elettriciinfilandosi all’interno. La formica di fuoco, poi, è considerata particolarmente devastante perché appartiene alla famiglia dei predatori generalisti, che cacciano qualsiasi organismo a disposizione nell’ambiente causando ladiminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebratinei luoghi in cui si insediano. Non solo: «grazie al veleno contenuto nel loro aculeo e alle colonie che possono raggiungere centinaia di migliaia di individui, possono avere un impatto anche su animali giovani, deboli, o malati», spiega sempre Menchetti. L’allarme lanciato dai ricercatori, però, è anche in merito aidanniche la formica di fuoco può causarealla salute umana, visto che le suepunturesono moltodolorose e possono determinare reazioni allergiche anche gravi, fino a condurre, in casi estremi, addirittura allo shock anafilattico. I sintomi più comuni del morso di Solenopsis Invicta sono vertigini, dolore toracico, nausea, sudorazione intensa, bassa pressione sanguigna e difficoltà di respirazione, oltre a bruciore e dolore paragonabile a quello che si prova dopo una forte scottatura su una fiamma viva. Evento, quest’ultimo, che ha ispirato il nome dell’insetto. La preoccupazione degli esperti è che, a causa deicambiamenti climatici, sempre più Paesi possano sviluppare condizioni ambientali adeguate per l’insediamento e la sopravvivenza delle formiche di fuoco. Utilizzando modelli di distribuzione, i ricercatori hanno osservato che,allo stato attuale, questa specie invasiva potrebbe potenzialmente stabilirsi in circa il 7% del continente e nel 50% delle città europee, ma il rischio è che la prospettiva futura possa essere notevolmente peggiore, con una colonizzazione fuori controllo. Per questo motivo, sono già stati fatti iprimi passi per fermare l’invasioneattraverso un sistema di monitoraggio basato sulla rilevazione e una rapida azione di risposta. Basandosi sugli interventi che hanno funzionato in Nuova Zelanda, il team di ricerca ha dato la propria disponibilità alla consulenza scientifica: inizialmente, l’intera area verrà ispezionata sistematicamente per analizzare i siti già invasi e successivamente inizierà unpiano di trattamento pluriennaleper eliminare i nidi e assicurarsi che non ci siano nuove invasioni. «I cittadini, sia attraverso i canali ufficiali sia attraverso piattaforme di Citizen Science, potrebbero svolgere un ruolo chiave nell’individuazione di Solenopsis Invicta, considerando che si trova frequentemente nelle aree urbane e limitrofe. Potranno scattare fotografie se pensano di aver individuato esemplari di formiche di fuoco o di formicai, facilmente riconoscibili per i caratteristici cumuli. Sarà poi il team di esperti a valutare la specie – spiega Menchetti. – Bisogna avere più consapevolezza su questo problema perché il problema è già in Europa – ha concluso il ricercatore – Abbiamo bisogno di un’azione coordinata e ne abbiamo bisogno adesso».

Redazione

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