Ogni volta che si affronta il tema dell’emergenzamigranti,ci si interroga riguardo le leggi che dovrebbero frenare l’emergenza stessa. Tra queste, anche ilRegolamento di Dublino. Regolamento di Dublino: cos’è e come nasce IlRegolamento di Dublinoè stato il primo accordo per stabilireregole europee in tema di diritto di asilo,“i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide (rifusione)”, nell’ambito dellaConvenzione relativa allo status dei rifugiatidel 1951 e la relativa direttiva Ue. IlRegolamentofuapprovato il 15 giugno 1990nella capitale irlandese, siglato dai Paesi che al tempo facevano già parte della Comunità europea (inizialmenteBelgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito; poi Austria e Svezia e in ultimo la Finlandia) e da alcuni Stati che non ne facevano parte come Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera.Entrò in vigore nel 1997. Come si sviluppa il Regolamento di Dublino per l’immigrazione? Secondo uno dei principi cardine delRegolamento di Dublino,è ilprimoStato diapprodo del migrante che deve far fronte all’accoglienza,domanda d’asilo inclusa, impedendo quindi che i richiedenti facciano richiesta in più Stati membri. Altro punto fondamentale èevitare che ci siano richiedenti asilo“in orbita”,cioè che siano mandati da uno Stato membro a un altro. Analizzando questi principi, si capisce come il trattato “penalizzi” i Paesi meridionali dell’Europa. Per questo negli anni si è pensato amodifiche del trattato. Questo avvenne parzialmente negli anni successivi con lasostituzione della Convenzione con il Regolamento di Dublino IIadottato nel2003. Il nuovo regolamento ribadiva, però, il principio del primo Paese d’arrivo e si applicava a tutti gli stati dell’Unione (tranne la Danimarca, che negoziò una clausola di esclusione) e a 4 Stati non comunitari: Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda. Poi, nel 2014, è entrato in vigore ilRegolamento di Dublino III,approvato nel giugno 2013, che predisponeva l’ampliamento dei termini per il ricongiungimento familiare, la possibilità di fare ricorso contro un ordine di trasferimento e maggiori tutele per i minori. Il Regolamento oggi in Italia In Italia, a inizio anno, il Governo ha previsto, con ildecreto legge n.1 del 2 gennaio 2023,un nuovo assetto giuridico per leOngche accolgono e offrono aiuto ai migranti. Il decreto,convertito nellaLegge 24 febbraio 2023, n. 15e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2023,“reca disposizioni urgentiin materia ditransito e sosta nelle acque territorialidellenavi non governativeimpegnate nelle operazioni di soccorso in mare”. In questo modo,il Governo ha voluto regolamentarel’attività di soccorso delle naviper “contemperare l’esigenza di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare […] con quella di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica”. Il Decreto legge, quindi, ha introdotto requisiti più stringenti per i casi in cui l’Esecutivo non abbia la possibilità di disporre del “divieto di approdo per le operazioni di soccorso” (che sarà da escludere solo quando siano soddisfattealcune condizionicitate nel testo del decreto-legge). Inoltre, il decreto legge potrebbe risultare in contrasto con ilsistema di Dublino;tuttavia,il regolamento non può venire meno per un provvedimento di uno Stato membro. E quindi per questo si continuano a creare incomprensioni e difficoltà nella gestione dei migranti.
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