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Sorveglianza e “nerezza”: un connubio imperfetto

 

È il 2009 quandoDesi Cryer e Wanda Zamenpubblicano su YouTube il videoHP Computers Are Racist, evidenziando un presunto problema diriconoscimento faccialedel computerHP MediaSmart,affermando che sembrava funzionare in modo discriminatorio,non riconoscendo Desi, donna nera,al contrario di Wanda, donna bianca. Cosa succede quando il colore della pelle entra nell’inquadratura?È da questa domanda che è partitaSimone Browne(professoressa diBlack Studies Mobilitypresso il Dipartimento di Studi Africani e della Diaspora Africana dellaUniversity of Texas)per esaminare l’intricata e problematica relazione tra le pratiche disorveglianzaebias discriminatori. Il suo primo libro,Materie oscure/Dark Matters. Sulla sorveglianza della nerezza(pubblicato nel 2015 daDuke University Press, edito in Italia daMeltemi, 19 euro, 268 pagine) si costituisce come uno dei principali contributi riguardo lateoria razziale criticae gli studi di sorveglianza. Il testo riesce in modo efficace aintegrare l’elemento razzialeall’interno del dibattito sulle pratiche di controllo, evidenziando come nel corso del tempo queste misure di sorveglianza siano state utilizzate come strumento dioppressione nei confronti della popolazione di nera. L’autrice, grazie a un’analisi storica dei concetti e delle questioni rilevanti nell’ambito deglistudi sulla sorveglianza, sottolinea la necessità di comprendere la tematica in relazione allastoria della schiavitù.In questo senso, il libro è da considerarsi come un vero e propriotentativo di formulare una nuova genealogia della sorveglianza: una ricostruzione che parte dalla pratica transatlantica del commercio degli schiavi (attraverso l’analisi delle testimonianze di ex-schiavi, dei registri dei censimenti e di una approfondita analisi delle norme che regolavano le piantagioni) con l’obiettivo didecodificare le pratiche di controllo applicate alle persone inschiavitù.Tra queste: l’uso dei lasciapassare per gli schiavi e, successivamente, l’impiego di libretti durante l’apartheid in Sudafrica, impiegati appositamente per regolare e monitorare la mobilità delle persone nere. Secondo Browne, letecnologie di sorveglianza sono state utilizzate con l’intento di colpireed esercitare un controllo specifico sulle persone nere, teorizzando la continuità delle pratiche in epoca contemporanea. A questo proposito, l’autrice esamina larazzializzazione delle pratiche di sorveglianza,definita come una tecnologia di controllo sociale volta a rafforzare la produzione di norme societarie proprie di un potere che ha la capacità di definire ciò che è accettabile e inaccettabile. La sorveglianza razzializzante ha portato a una sproporzionata attività di polizia e controllo delle persone nere, e rappresenta un tipo di sorveglianza che ridefinisce i confini, le frontiere e i corpi lungo linee razziali. Ed è proprio secondo questo quadro generale che vanno comprese le tecnologie di sorveglianza contemporanee: letelecamere a circuito chiuso, i sistemi diriconoscimento biometrico,glialgoritmidi polizia predittiva. La riflessione di Browne mette in discussione laneutralità di questetecnologie. Il principale merito dell’autrice consiste nell’evidenziare ilrazzismostrutturale presente nellepratiche e nelle politiche di sorveglianza,arrivando a colmare una lacuna teorica all’interno della disciplina, data dalla sotto-teorizzazione del ruolo centrale dell’elemento razziale nella configurazione delle istituzioni e delle pratiche legate alla sicurezza. In occasione dellaOpen Nightdel Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci(Milano), venerdì 29 settembre dalle 18:00 alle 23:30, il Gruppo di ricerca Ippolita e Angelica Pesarini (University of Toronto) discuteranno di tecnologie e pratiche di sorveglianza contemporanee, come biometria e bias algoritmici, che vedono la loro origine nella lunga storia di discriminazioni razziali attivate per controllare la vita e il corpo delle persone nere schiavizzate. Il dibattito(Sulla sorveglianza della nerezza,ore 21:00-22:00 sala Conte Biancamano), moderato da Cristina Sivieri Tagliabue, partirà proprio dall’opera di Browne. Per prendere parte alle attività della Open Night non è necessario acquistare un biglietto: tutti gli incontri sono gratuiti ma la partecipazione è garantita fino a esaurimento posti.

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