A scuola, i ragazzi e le ragazze hanno il diritto di annoiarsi, di aspettare con ansia il suono della campanella per uscire con gli amici; hanno il diritto di aver paura per un’interrogazione o di una verifica, non per la loroincolumità. L’allarme arriva dall’organizzazioneCittadinanzattivacon ilXXIRapporto sulla sicurezza delle scuole,presentato sabato 23 settembre. «Le risorse previste dal Pnrr, destinate agli edifici scolastici ammontano a 12,66 miliardi. Unacifra insufficiente per mettere in sicurezza le scuolenel nostro Paese: tra settembre 2022 e agosto 2023 si sono verificati61 crolli totali,un numero spaventoso e mai raggiunto negli ultimi anni – spiega la coordinatrice nazionale scuola di CittadinanzattivaAdriana Bizzarri – Crolli che hannoferito 6 studenti, un’insegnante e una collaboratrice, oltre aidanni all’ambientee lapaura del personale e dei ragazzi». Ciò che preoccupa ancora di più, però, sono le promesse, a conti fatti insostenibili: «I fondi non basteranno per dare un nuovo volto agli edifici scolastici e sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni a venire – continua Bizzarri – Nella programmazione inizialesi parlava di 3.400 progetti già avviati e 500 nuovi.Nel documento del Governo Meloni dello scorso 27 luglio, però, si legge come a causa dell’aumento dei prezzi e delle materie prime, il numero di edifici è destinato adiminuire,oltre al fatto che delle543 richiesteper le nuove scuole su tutta la Penisola, ne sono stateapprovate soltanto 212. Oggi il rischio è che la reintroduzione dell’appalto integrato porti a snaturare i progetti innovativi inizialmente presentati. Inoltre affidare allo stesso operatore sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori vuol dire demandare a chi costruisce il compito di sviluppare il progetto, nella consapevolezza che gli interessi economici prevarranno su quelli qualitativi». Il suono della campanella, quindi, fa paura, oggi più che mai. E a dirsi preoccupati sono anchei docenti: «Molte delle scuole dove insegniamo presentanoinfiltrazioni d’acqua, crepe, tracce di umidità, distacchi d’intonaco e spesso di fronte alle segnalazioni non vengono svolti interventi di sistemazione», dichiara un terzo dei 588 intervistati per il report. Secondo i dati emersi dal rapporto diCittadinanzattiva,il 47% degli edifici è stato costruito prima del 1976, quasi 50 anni fa, esolo l’11% è stato progettato secondo la normativa antisismica. Ma i dati più allarmanti sono quelli che mostrano comeil 58%delle scuole siaprivo di certificato di agibilità,il 55% di quello di prevenzione incendieil 41% del collaudo statico. Il problema, inoltre, non è solo negli istituti di primo e secondo grado, ma tocca anche i più piccoli. È delicata, infatti, la questione legata ai fondi pergli asilinidoe perle scuole dell’infanziaprevisti dal Pnrr “Ai 2,4 miliardi per asili nido e ai 600 milioni per scuole dell’infanzia, previsti dal Pnrr, si aggiungono ulteriori 108 milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900 milioni per la loro gestione, così per arrivare a un totale di 2.230 strutture, 264.480 posti e raggiungere l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido. Tuttavia, nel frattempo – si legge nel Rapporto – il Consiglio d’Europa ha spostato l’asticella al 45% da raggiungere entro il 2030”. Con il Covid, inoltre, sono stati molti gli spazi sacrificati per far posto a un maggior numero di aule, ambienti che a oggi non sono stati ancora ripristinati. Tanti i laboratori, le aule multiuso, le biblioteche e i refettori che, per fare un esempio, non hanno ripreso la funzione originaria, seppur non più utilizzati per le lezioni. La richiesta di Cittadinanza attiva è chiara: «Chiediamo che si provveda con urgenza a effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al Pnrr che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza», conclude Bizzarri.
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