Gli esseri umani, separati in casa,devono decidere su come proteggere il loro patrimonio comune. Le risorse limitate del Pianeta, le dinamiche del clima, labiodiversità: la realtà che si presenta di fronte agli umani del XXI secolo non consente più di dividere il mondo in sfere di influenza e territori separati. A mostrarlo, nell’Antropocene, non c’è solo la geologia dellematerie rareo la climatologia del riscaldamento globale: ilnuovo rapportodell’Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services(Ipbes) dedicato allespecie invasivedimostra che gli ecosistemi non sono più distinti. Gli umani trasferiscono specie da un ecosistema all’altro. E le conseguenze sono complessivamente catastrofiche. Nel XXI secolo, il mondo assiste a una terribile estinzione di specie animali e vegetali, con una conseguente riduzione della biodiversità. E, secondo Ipbes,l’invasione di specie aliene negli ecosistemi locali ha un ruolo chiave nel 60% delle estinzioni. Nel 16% dei casi di estinzione, l’invasione di specie aliene è l’unica causa. La biodiversità è ricchezza. La sua perdita è povertà. Secondo Ipbes la perdita di biodiversità dovuta all’invasione di specie alienecosta agli umani 423 miliardi di dollari all’anno. Questi costi sonoquadruplicati ogni decennio dal 1970. Gli umani sapevano di tutto questo dagli anni ‘70, ma nelle loro controversie ossessive non sono riusciti finora a prendere le misure necessarie a proteggere il pianeta che li ospita. Le specie invasive censite sono 37.000. Sono state introdotte in ecosistemi che non le ospitavano e non erano preparati ad accoglierle. E 3.500 di quelle specie sono risultate molto negative per quegli ecosistemi. La biodiversità è la fonte di vita per un miliardo e seicento milioni di persone, per quanto riguarda l’alimentazione, la salute, l’energia e i materiali per la produzione di manufatti, registra l’Ipbes.La vita di questi umani dipende dall’esistenza di circa 50.000 specieche non sono coltivate o allevate ma si trovano in natura. E queste a loro volta dipendono da milioni di altre specie. Dipendono dalla biodiversità. Lo stile analitico dell’Ipbes connette sempre la perdita di biodiversità con la perdita economica. Era già avvenuto con il rapporto che ha fatto scuola sulla perdita di “pollinatori”. E dunque dimostra che politiche orientate a salvaguardare la biodiversità anche con investimenti significativi sono finanziate dalla possibilità di limitare quella perdita economica.
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