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Argentina: i bambini desaparecidos vengono cercati con l’AI

 

LeNonne di Plaza de Mayonon si sono mai arrese e da decennicercano i bambini rapiti durante la dittatura militareche ha sconvolto l’Argentinadal 1976 al 1983. Bambini che oggi bambini non sono più, ma che loro ricordano con una fisionomia che il tempo ha cristallizzato. Ad essere strappati dalle braccia dei genitori si stima furono circa 500.133 negli anni sono stati ritrovati ma tutti gli altri mancano ancora all’appelloe per tenere accese le speranze eaiutare le ricerche, adesso è scesa in campo anche l’AI. L’art director argentinoSantiago Barros, particolarmente sensibile alla causa, sta infatti creando tramite l’appMidjourneyimmagini di come potrebbero apparire da adulti quei bambini, per poi caricarle sulprofiloInstagramiabuelas, nome che fonde l’acronimo spagnolo di intelligenza artificiale al termineabuela, nonna, che omaggia proprio il gruppo di attivistiNonne di Plaza de Mayo (Abules de Plaza de Mayo). Le dure repressioni che alla fine degli anni Settanta hanno comportato lasparizione di tantissime persone, non hanno risparmiato i più piccoli,figli di desaparecidospoi uccisi, che venivano rapiti e spessoaffidati a famiglie legate alla dittatura, o ideologicamente allineate a essa. La maggior parte non aveva l’età per ricordare emolti oggi vivono ignari di quale sia il loro vero passatoe senza conoscere la famiglia di provenienza. Per questo, la speranza di Santiago Barros è che il potere dei social network riesca a far incrociare lo sguardo dei nipoti diPlaza de Mayocon la loro immagine virtuale e presunta, innescando quella ricerca della verità che molti non sanno neppure di dover fare. Per creare le immagini caricate su Instagram, Barros combina le foto dei padri e delle madri scomparse, presenti nell’archivio pubblico del sito web delle Nonne di Plaza de Mayo, scegliendo poi tra un paio di opzioni fornite dall’App quella che sembra più realistica. Ovviamente trattandosi di una simulazione non è dato sapersi quanto gli identikit rispecchino realmente i tratti somatici degli adulti da ricercare, e se c’è chi sostiene che i risultati prodotti dall’AI siano piuttosto veritieri, altri affermano il contrario. ComePedro Sandoval, un nipote ritrovato nel 2006che in un primo momento aveva speso parole di elogio verso l’iniziativa ma in seguito ha iniziato ad avanzare dubbi, soprattutto perché le immagini create sarebbero eccessivamente standardizzate ebasate su modelli con caratteristiche europeee non sudamericane. Barros ha risposto alla critica riconoscendo questa stortura, ma sottolineando anche come a causa della forte immigrazione europea in Argentina molti scomparsi avessero antenati europei. Nonostante ciò,anche leNonne di Plaza de Mayonutrono dubbi. «Sappiamo bene che le persone sono molto più del 50% di ciascun genitore e che l’AI sia impostata con determinati genotipi. Pertanto, i risultati non sono accurati», hanno commentato le responsabili dell’associazione, che si sono però dette comunque disposta a collaborare con l’art director. Nel mese trascorso dal lancio dell’iniziativa in effettinon si sono ancora verificaticasi di adulti che si siano visti simili a una delle immagini create artificialmente e abbiano poi avviato un processo formale di identificazione, ma la sensazione è checi voglia tempoper capire se il progetto possa essere utile o meno. D’altronde, anche se fino a ora non era mai stata usata l’intelligenza artificiale, la ricostruzione digitale dei volti degli scomparsi non è cosa nuova, ma uno strumento comunemente usato dalle forze dell’ordine, che lo affiancano agli altri in loro possesso. Lo stesso che intende fareBarros, che come ben specificato nella pagina Instagram che gestisce,non intende sostituire i metodi classiciusati per ritrovare i desaparecidos, primo tra tutti il test del Dna, ma al contrario supportarli, in modo da rendere la ricerca ancora più performante e precisa. E festeggiare presto nuovi nipoti ritrovati.

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