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Splash! Coppette gelato, scottex, carta “scritta”: dove si buttano?

 

L’insegnamento dellaraccolta differenziatanelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero impararecome dividere i rifiutinei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento diriciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località. In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare.Dove si butta questo? E quello?Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già. Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica cerca didissipare la nebbia della raccolta differenziatache avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto. Le coppette di gelato La fine dell’estateporta via con sé un eterno dilemma.Cono o coppetta?D’altra partei gelatisono buoni anche asettembre,le temperaturesono ancora alte e fa piuttostocaldo. Riguardo all’annoso quesito, la risposta è semplice. De gustibus. C’è chi preferisce sgranocchiareil conoe chi amala coppetta. Si potrebbe aggiungere che la seconda è particolarmente indicata peri bambini, facili al pasticcio e allo spargimento di creme generalizzato. Ma di cosa sono fattele coppette? Sarebbe bello vedere le informazioni sempre scritte sulle etichette e sarebbe altrettanto bello trovare consigli per la raccolta differenziata ovunque ma ahimè non sempre è così. Il materialein questo caso somiglia allacartama molto probabilmente è un misto, un po’ plasticoso, per essere in grado di contenere la frescura, la bontà e anche la liquidità tipiche delgelato. E così chela coppetta sporcadi residui cremosi va gettata nelbidone dell’indifferenziata. Se per caso fossecompostabile, andrebbenell’umido. Dello stecco dei gelati, invece, abbiamo già parlato… Lo scottex Qual è il nostro principale alleato in cucina quando il gelato si rovescia dappertutto, lo sporco resta sui fornelli e il tavolo è da pulire? Anche in questo caso la soluzione è lampante. Èla carta assorbente, universalmente nota comescottex. A fare la differenza qui è il suo utilizzo, di volta in volta diverso. Va da sé che se rimane asciutto, può essere destinato allaraccolta della carta. La situazione cambia se lo buttiamo dopo aver sfruttato la sua tipica funzione “assorbente”. Infatti, selo scottexha agito su residui di cibo, dall’olio ad altri avanzi del pasto, va gettato nelbidone dell’organico. Se invece viene utilizzato insieme a detergenti, saponi e prodotti simili a detersivi per ripulire una superficie, non può più contribuire alricicloe va quindi smaltito nell’indifferenziata. La carta da forno è un’altra storia ancora… La carta “scritta” Archiviate le vacanze, c’è chi non dimentica quelle passeggiate al tramonto con la propria cotta estiva sul lungomare. Allora prende coraggio, si siede alla sua scrivania, raccoglie le idee e si mette a scrivereuna bella lettera… al computer. C’erano una voltala carta,la pennael’inchiostro. Laddove oggi ci sono la tastiera, lo schermo e il mouse. Messa da parte la nostalgia del passato, potrebbe capitare ancora di avere tra le mani un testo, un documento o insommaun foglio scritto. Questi reperti sempre più rari, quasi archeologici, possono essere trattati alla stregua della normale carta. Come le pagine patinate (e colorate) di magazine e riviste,i fogli scrittivanno buttati proprio nelbidone della carta e del cartone, insieme ai ricordi dei fugaci flirt estivi che potrebbero riempire un romanzo… A proposito dilibri, ci siamo mai chiesti sesono più sostenibili quelli cartacei o quelli digitali? Teresa Cinque,La cittadina inSOStenibile, ha sintetizzato i dati su costi di produzione, trasporto, obsolescenza e materiali in un video girato perLa Svolta: “Di certo, è difficile essere sostenibili restando inconsapevoli e i libri (digitali o cartacei) sono un grande strumento per creare consapevolezza quindi nel dubbio, leggiamo!”.

Redazione

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