La stagione della caccia alle balenein Islandaè appena ricominciata. Ad annunciarlo è stato,in una nota, il governo islandese: dopo una pausa di circa due mesi dovuta alle preoccupazioni sul benessere dei cetacei, Reykjavík ha chiarito che il Ministero dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e della Pesca “emanerà un regolamento che includeràrequisiti dettagliati e più rigorosi per le attrezzature e i metodi di caccia, nonché una maggiore supervisione. Le condizioni comprendono la copertura della formazione, delle misure educative, dell’attrezzatura e dei metodi di caccia”. Le nuove linee guida puntano a fare inmodo che i balenieri uccidano i cetacei il più rapidamente possibile per ridurre le loro sofferenze. Ma, secondo gli attivisti,l’Islandaha perso l’occasione di “fare la cosa giusta”. A luglio, poco dopol’inizio della sospensione, è stato istituito un gruppo di lavoro composto da esperti dell’Autorità alimentare e veterinaria e della Direzione della pesca per valutare le modalitàper ridurre le irregolarità durante la caccia. Il rapporto conclusivo è stato presentato il 28 agosto e “parte del suo parere è che sia possibile migliorare i metodi utilizzati per la caccia alle grandi balene”, spiega il governo. La caccia alle balenottere comuni, però, non può più essere effettuata “in piena conformità con la legge sulla caccia alle balene e la legge sul benessere degli animali”. Questa specie, che è il principale obiettivo dei balenieri e il secondo animale più grande del Pianeta, è una speciea rischio di estinzione. Il governo ha comunque deciso di riprendere la caccia considerando “le informazioni disponibili pressol’Autorità alimentare e veterinaria e il Comitato consultivo per il benessere degli animali”. Secondo l’organizzazione benefica per la protezione degli animaliHumane Society International si tratta di“una decisione devastante e inspiegabile”.Gli attivisti ritengono che le balene cacciate, che vengono uccise con arpioni con punta a granata, moriranno comunque in modo straziante. L’emittente pubblica islandese,riportaReuters, ha affermato che ai cacciatori di balene verrà richiesto di completareun corso sulla biologia delle balene, sulla percezione del dolore e sullo stress. Inoltre, verranno fornite istruzioni dettagliate su come arpionare gli animali per assicurarsi che muoiano rapidamente. Il nuovo regolamento prevede che “l’Autorità alimentare e veterinaria e la Direzione della pesca collaborinoper supervisionare la caccia allebalene. Il piano è che questi organismi presentino una relazione al Ministero alla fine della stagione di caccia alle balene”, riassumendo i principali risultati della supervisione. Poco più di due mesi fa, il 20 giugno 2023, la ministra dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e della PescaSvandís Svavarsdóttirpubblicavaun postsuTwitterin cui annunciava lo stop alla pratica fino al 31 agosto: “Ho preso la decisione di sospendere temporaneamente la caccia alle balene alla luce del forte parere del Consiglio professionale per il benessere degli animali. Se le industrie non possono garantire che le loro attività siano conformi alle leggi sul benessere degli animali, non hanno futuro”. Secondo ilrapporto di ispezione dell’Agenzia alimentare svedese sul benessere delle balene, ricevuto dal Ministero nel maggio 2023, “l’uccisione degli animali ha richiesto troppo tempoin base agli obiettivi principali della legge sul benessere degli animali”. La caccia a 58 balene è stata filmata e analizzata da esperti per conto dell’autorità alimentare e veterinaria: è emerso che 36 balene sono state colpite più di una volta e 5 sono state colpite 3 volte prima di morire e per 4 balene sono serviti 4 colpi. Una balena arpionata è stata inseguita per 5 ore prima di perire. Il governo, a quel punto,non ha contemplato l’idea di accantonare la pratica, che dura da più di un centinaio di anni, ma ha cercato dei metodi meno brutali per uccidere i cetacei. In passato ci sono stati altri periodi di stop alla pratica: dal 1990 al 2003, per esempio, nelle acque islandesi non è stata effettuata alcuna caccia alle balene, ma quella commerciale ha ripreso nel 2006; dal 2019 a giugno 2022 la caccia è stata interrotta per via della pandemia e di altri fattori relativi alla domanda. Fino alla fine dell’anno scorso,secondol’organizzazione no-profitWhale and Dolphin Conservation“i balenieri dell’unica compagnia islandese di caccia alle balene commerciale, laHvalur hf., hanno ucciso un totale di148 balenenei mesi successivi”. Secondouno studiopubblicato dalla piattaformaSage Journalssulla compagnia islandese e sul suo ceo, Kristján Loftsson, questa attività “ha registrato una popolarità crescente grazie alla sua redditività e ai contributi significativi durante la rivoluzione industriale.Le balene vengono utilizzate per la loro carne e il loro grasso, da cui si produce un certo tipo di olio, da esportare a livello internazionale. Gli islandesi sono meno abituati al consumo di carne di balena e, sorprendentemente, l’epidemia di caccia alle balene ha un impatto minimo sulle opinioni della gente del posto”. Unsondaggiopubblicato a giugno 2023 dalMaskína Institutemostra che, su 1.000 islandesi intervistati,il 51% è contrario alla caccia, in crescita rispetto al 42% del 2019. Tra i favorevoli (29%) gli over 60 sono la maggioranza. Il Fondo internazionale per il benessere degli animalistimache fino alla fine del XX secolo le operazioni islandesi hanno portato all’uccisione dicirca 17.000 balene nelle acque islandesi. SecondoWDCi balenieri islandesi ne hanno cacciatepiù di 1.800(tra balenottere comuni, balenottere minori e balenottere boreali) da quando è entrato in vigore il divieto globale sulla caccia commerciale alle balene nel 1986, in base a quanto decretato dallaCommissione baleniera internazionale(Iwc). Secondo gli attivisti l’Islanda ha sfruttato dei cavilli dell’Icrw – l’International Convention for the Regulation of Whaling, l’accordo ambientale internazionale che regolamenta la caccia alle balene – aggirando il divieto. Il Paese, insieme a Norvegia e Giappone, è tra gli unici ad aver continuato la pratica nonostante le critiche degli ambientalisti e dei difensori dei diritti degli animali.
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