Per i minorenni, niente più scroll del feed prima di andare a dormire. La stretta arriva da Pechino dove il Governo annuncia che dal 2 settembre – data ultima per approvare la proposta – non sarà più possibile, per chi non ha compiuto almeno 18 anni, accedere a internet e utilizzare lo smartphone dalle 22:00 alle 6:00 di mattina. Ma non solo, le autorità cinesi prevedono che, in base alla fascia d’età, sia imposta anche una limitazione diurna sulle ore trascorse davanti allo schermo: 40 minuti al giorno, ogni 24 ore, per i bambini sotto gli 8 anni e un massimo di due ore per chi ne ha compiuti almeno 16. Una proposta che, se e quando approvata, segnerà un radicale cambiamento a livello mondiale, con impatti economici non solo sulla Cina. Non è nemmeno la prima volta che il Governo si muove in questa direzione. Dal 2016, infatti, è vietato l’uso dei videogiochi, sempre per i minorenni e sempre di sera, da mezzanotte alle otto di mattina. Decisione ampliata poi nel 2021, con ulteriori restrizioni. La storia, dunque, si ripete. O meglio, continua, e in questo caso ha un obiettivo ben preciso: tutelare la fruizione e l’esposizione delle informazioni indesiderate. Nelle ore “libere”, infatti la proposta prevede anche un controllo dei contenuti dedicati ai minori e la possibilità di entrare in contatto soltanto con quelli selezionati e scelti, in base alle fasce d’età, dalle stesse autorità del Paese. Una prospettiva che divide il mondo e schiera i genitori, favorevoli alla riforma, e le aziende tecnologiche, che già hanno percepito i primi impatti negativi. I primi, stando alle dichiarazioni raccolte dall’emittente mondiale CNN, si dicono contenti della direzione che il Governo vuole prendere: «È una cosa positiva perché da un lato protegge la vista dei nostri figli, dato che molti bambini non riescono a staccare lo sguardo dallo schermo quando guardano qualcosa che gli piace. E dall’altro, per noi sarà più facile controllare il tempo trascorso e i contenuti che, in modalità minore, sono più positivi e salutari», racconta un genitore anonimo. A essere preoccupati, invece, i vertici delle aziende tecnologiche che, dall’annuncio dello scorso 3 agosto, hanno già notato un crollo significativo delle loro azioni. Solo nella giornata di mercoledì, infatti, il colosso Tencent ha chiuso la giornata con un calo del 3%, un numero che nei giorni seguenti è addirittura raddoppiato. Così come la Bilibili, applicazione per i video in streaming, che ha ceduto il 7% delle sue azioni e Weibo – il Twitter cinese – che le ha viste crollare fino al 5%.
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