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Che cos’è la biofobia e perché è in aumento?

 

“Mi è stato detto ‘se hai paura dei serpenti distogli lo sguardo ora’, quindi non sono del tutto sicuro di come racconterò la prossima storia perché odio i serpenti. Quindi lo farò così…”. Qualche settimana fa, giornalista dellaBbcBen Thompsonaveva introdotto cosìla notizia delritrovamento del più grande pitone in Florida,coprendo la faccia con dei fogli e allontanando lo sguardo dallo schermo. Quella deiserpentiè unafobia molto comune,così come quella degliinsettio deiragni. Paura, disgusto e altre reazioni fobiche, infatti, non sono insolite quando si tratta delle nostre interazioni con il mondo naturale: timori specifici rientrano più in generale nella “biofobia”, ovvero la fobia della natura. Una fobia che secondo le ipotesi dei ricercatori dellaHelsinkiUniversityè in crescita. Che cos’è la biofobia? Secondo l’American Psychological Associationlabiofobiaè “lapaura verso certe speciee l’avversione generale per lanaturache crea unimpulso ad affiliarsi con la tecnologiae altri artefatti, interessi e costruzioni umani piuttosto che con animali, paesaggi e altri elementi del mondo naturale”. Questo comportamento, spiegano suTheConversationi ricercatori Ricardo Correia e Stefano Mammola, ha ragioni evolutive: nel nostro passato ancestrale, infatti, “la natura era una potenziale fonte di pericolo e lereazioni fobiche verso alcuni elementidel mondo vivente potrebbero aver aiutato i primi esseri umani aevitare malattie infettiveo incontri dannosi con organismi pericolosi”. Oggi, però, già la metà della popolazione mondiale vive inaree urbanizzate, lontano dalla fauna selvatica. Allora perché queste fobie dovrebbero aumentare? Perché la biofobia è in aumento? Molte persone, spiegano i ricercatori, continuano a mostrare fortirispostefobichenei confronti di organismi che non vivono nelle nostre immediate vicinanze anche se non rappresentano minacce tangibili. Questo è preoccupante perché può portare a un’ansia eccessiva ea evitare le interazioni con la natura,impedendo alle persone colpite di sperimentare i numerosi benefici fisici e mentali che Madre natura può fornire. Secondo un’ipotesi, la causa sarebbe proprio da ricercare nel fatto che le persone vivono sempre più in aree urbanizzate, in cui le opportunità di interagire con la natura sono ridotte. “L’assenza di esperienze naturaliregolari e le informazioni contestuali che forniscono, possono indurre le persone a valutare erroneamente i potenziali pericoli associati alla natura e portare a paure o disgusto infondati”. Questo darebbe vita a un circolo vizioso di biofobia, in cuiallontanamento dalla natura e fobie si alimentano a vicenda. Per valutare l’aumento delle fobie della natura, Correia e Mammola hanno sfruttato la potenza di Internet: “abbiamo pensato che le persone che soffrono di fobie legate alla natura possono cercare informazioni online sulla loro condizione e su come affrontarla. Utilizzando i dati mondiali delle ricerche su Internet, abbiamo valutato il volume relativo delle ricerche su Internet per25 biofobie comuni tra il 2004 e il 2022”. L’analisi ha registrato un aumento dei volumi di ricerca online per le biofobie tra il 2004 e il 2022, sebbene con marcate differenze nelle tendenze per fobie specifiche. Solo poche biofobie hanno mostrato tendenze negative o stabili, mentre sono in crescita le ricerche relative alle biofobie più comuni, come lafobia dei serpenti o dei germi(questa influenzata anche dalla pandemia di Covid). L’interesse per un numero maggiore di fobie legate alla natura varia anche da Paese a Paese e sembra essere correlato alla percentuale di persone che vivono in ambienti urbanizzati, alla tendenza della popolazione (se è in crescita o stabile) e al numero di specie velenose trovato nel paese. In particolare, l’interesse per le fobie più legate alla natura è concentrato in Nazioni conpopolazioni urbane ampie,stabili e di lunga data comeAustralia, Canada, Germania, Stati Uniti o Regno Unito. Questo potrebbe essere legato a diversi livelli di accesso a internet ma anche a unadisconnessione dallanaturamaggiormente radicata. Quali sono le biofobie più comuni? Secondo lo studioThe searchscape of fear: A global analysis of internet search trends for biophobias, le biofobie più comuni includono la paura di ragni, microbi e germi (misofobia) e parassiti (parassitofobia). “Questi risultati – spiegano i ricercatori – confermano altri rapporti secondo cuila paura dei ragni è tra le più comuni fobie legate alla natura”.

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