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Disservizi taxi: indaga l’Antitrust

 

Chiunque negli ultimi mesi abbia provato a prendere untaxilo sa bene: le vetturenon ci sonooppurel’attesa è spesso infinita.Capita ovunque, maancora di più nelle grandi città, in difficoltà tutto l’anno e, soprattutto, in questi mesi estivi: il sistema è al collasso, con turisti e cittadini esasperati. Per questo, a seguito di proteste sempre più numerose,l’Antitrustha deciso di voler vedere chiaro e haaperto un’indagineproprio suidisservizi dei taxi,avanzando richieste di informazioni alle principali società di radiotaxi attive nelle città di Milano, Roma e Napoli, ai rispettivi Comuni e alle principali piattaforme per le prenotazioni. Nel mirino in particolare i tempi d’attesa lunghissimi, ma anchel’uso non sempre trasparente del tassametroe tutto ciò che ruota intorno aipagamenti elettronici, dal mancato funzionamento del Pos alla frequente reticenza del suo utilizzo. L’Antitrust si occuperà anche dicapire se il sistema di licenze a numero chiuso ostacoli la concorrenza nel settore, impedendo l’accesso alla professione di nuovi tassisti, peggiorando quindi il servizio offerto agli utenti. Lefile quasi infinite alle stazioni dei taxie la linea telefonica perennemente occupata, che costringe chi prova a contattare la radio per avere un’auto ad attese spesso vane, dipendono infatti in gran parte dalnumero di mezzi divenuto ormai insufficiente per colmare la richiesta, soprattutto in estate quando all’utenza standard si somma quella dei turisti. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha quindi chiestodelucidazioni in merito al numero di vetture in servizio per ogni turno, a quello delle corse effettuate per ognuna, alle assenze, al tempo di attesa, alle richieste inevase e ai dati inviati alle amministrazioni comunali o da queste richiesti per adempiere gli obblighi di verifica della qualità del servizio reso. Nell’ambito dell’inchiesta si punta però anche aapprofondire il ruolo delle cooperative e delle società di radiotaxinel garantire corrette modalità di erogazione del servizio. In attesa di capire a quali conclusioni arriverà l’Antitrust una cosa sembra certa:servirebbero piùtaxima i lavoratori si sono più volte opposti alla possibilità che vengano messe a disposizione nuove licenze, principalmente per timore che i loro singoli guadagni diminuiscano. Al momento il sistema è piuttosto chiuso e solitamentele licenze vengono vendute da tassista a tassista.In questo modo il mercato risulta però sostanzialmente controllato dall’interno e anche per questo motivo la categoria ha negli anni praticato un energico ostruzionismo anche all’arrivo in Italia di servizi concorrenti comeUber. La situazione è dunque complicata eil Governo sembra essere all’opera per cercare una soluzioneche, tuttavia, sembra ancora lontana. È di alcune ore fa l’incontro tra i rappresentanti dei tassisti, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e quello delle Imprese Adolfo Urso, conclusosi però senza grandi novità, se non la rinnovata volontà di provare a mettere in campo una “soluzione organica improntata all’efficienza e trasparenza nei confronti del cittadino, all’equità per i tassisti e al rispetto delle regole del mercato”,come ribadito in una notacongiunta dei 2 ministeri. L’idea principaleè ladoppia licenzache potrebbe essere rilasciata dai Comuni e consisterebbe nel regalare a ogni tassista una seconda licenza da rivendere. In alternativa, è sul tavolo anche la proposta deidoppi turni di lavoro, che renderebbe possibile ai tassisti fare più di un turno giornaliero, opzione al momento riservata solo a casi straordinari. Non si escludono nemmeno ledoppie guide, già sperimentate in realtà a Milano in questi mesi, seppur con pochissimi miglioramenti della situazione. Con questa soluzione sarebbe possibile per un tassista nominare un’altra persona che possa guidare il suo mezzo quando lui non lavora, consentendo così all’auto di rimanere in servizio per molte più ore giornaliere. Altra ipotesi, anche laconcessione di licenze provvisorie legate a grandi eventi e agevolazioni sull’acquisto di vettureelettricheo ibride.Qualunque strada verrà percorsa, si tratta comunque di strategie che escluderebbero la soluzione probabilmente più efficace, ovvero l’assegnazione di nuove licenze che, però, con ogni probabilità, scatenerebbe le proteste vivaci deitassisti, fortemente contrari,che hanno già fatto sapere tramite i sindacati di categoria di non gradire nessuna proposta al momento ipotizzata del Governo.

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