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Spiagge italiane: il quadro e i rischi della mappatura

 

Il Governoha varato il decreto legislativo perla mappaturadei beni pubblici, dellespiagge italianee delleconcessioni balneari, assegnate in passato con procedure opache e tariffe vantaggiose. Le associazioni di settore esultano e iVerditemono che sia solo una strategia per identificare nuove aree da cementificare, sotto la bandiera della trasparenza. L’Unione europeaha chiesto più volte un chiarimento del quadro delle30.000 spiagge in concessione, trattando il nodo come una questione di “scarsità di risorse naturali”. È proprio questo modo di approcciare il tema che fa pensare a una volontà da parte dei balneari di dimostrare “l’abbondanza” di coste ancora “occupabili”. Presto tutte le amministrazioni – regionali, provinciali e comunali – inseriranno le informazioni relative aibeni demanialie alleconcessionisu un portale web realizzato appositamente e supervisionato dal Ministero dell’Economia:ilSiconbep, dal costo di 2 milioni di euro l’anno. Sarà un vero e proprio censimento. I dati inoltre verranno incrociati con quelli già disponibili nel database del Sid presso il Ministero delle Infastrutture. SiaFiba ConfesercentisiaSib Confcommerciohanno applaudito la notizia e ora aspettano il tavolo tecnico del 25 luglio. Dal mondo ambientalista invece si levano voci critiche e timori di spinte allacementificazionee allo sfruttamento dellespiagge libere. D’altra parte l’ok del Consiglio dei Ministri al decreto serviva anche per sventare eventuali procedure di infrazione dovute allaDirettiva Bolkestein. Intanto resta valida la data del 31 dicembre 2024 come termine per un nuovo bando di gara di assegnazione delle spiagge. Il problema sempre vivo però è quello dellagestione delle licenze: sono oltre 12.000 secondo le ultime stime. Lanciando unSOS spiagge libere,Legambienteha calcolato a esempio che lo Stato ha ricavato meno di 100 milioni di euro all’anno dalleconcessioni balnearitra il 2016 e il 2020. Il reportSpiagge 2022dell’organizzazione ambientalista sottolinea una continua crescita delleconcessioni, con dei primati assoluti in Liguria, Emilia-Romagna e Campania, regioni in cui glistabilimenti balnearioccupano addirittura il 70% della disponibilità totale. Il dossier segnala inoltre che nelComune di Gatteo, in Provincia di Forlì e Cesena, tutte le spiagge sono in concessione ma anche aPietrasanta (LU), Camaiore (LU), Montignoso (MS), Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM)si supera quota 90%: “Rimangono liberi solo pochi metri spesso in prossimità degli scoli di torrenti in aree degradate”. Il confronto traItaliaeEuropasull’argomentoè tornato a galla più volte durante quest’anno. Fin da gennaio, mentre il Presidente del ConsiglioGiorgia Melonimostrava l’intenzione di portare avanti unariforma strutturalee di «mettere in sicurezza gli imprenditori»,Bruxelles richiamava il Belpaeseal rispetto della direttiva che liberalizzalespiagge.

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