Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di revocare la storica sentenzaRoe v. Wadeche, dal 1973, garantiva ildiritto all’aborto.Oggi, infatti, sono i singoli Stati a legiferare in materia.La decisione ha immediatamente innescato grandiprotestein tutto il Paese e all’estero, oltre la reazione di diverse figure politiche statunitensi (tra cui il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris) e internazionali. I repubblicani hanno accolto positivamente la notizia e alcuni Stati da loro guidati si sono fatti trovare pronti, grazie alle cosiddettetrigger laws.Si tratta dileggi già promulgate ma non in vigorefino al verificarsi di specifiche condizioni: in questo caso, la decisione della Corte Suprema. Questa tecnica ha permesso a9 Stati(Kentucky, Louisiana, South Dakota, Arkansas, Missouri, Oklahoma, Alabama, Wisconsin e Utah) di rendereimmediatamente effettivo il divieto. IlCenter for reproductive rights, organizzazione che si batte per la tutela dei diritti riproduttivi, ha recentemente pubblicato unamappain cui monitora la situazione in ciascuno Stato:al momento, sonosolo 21 su 50a garantire pienamente il diritto di interruzione volontaria di gravidanza. Alcuni Stati stanno mettendo a punto leggi ancora più severe che, se approvate, ridurrebbero ulteriormente l’accesso all’aborto. InIdaho, dove accompagnare una persona minorenne fuori dai confini statali per abortire senza il permesso dei genitori è già reato, si vorrebbe arrivare a undivieto quasi totale(esclusi solo casi di stupro, incesto o pericolo di vita della madre). LaFlorida, l’Iowae ilSouth Carolinahanno approvato leggi per impedire l’interruzione volontaria di gravidanza dopo6 settimanedal concepimento, una finestra temporale talmente ristretta che a volte non consente alla donna direndersi conto di essere incinta.Nei 3 casi, sono attese conferme legali per l’entrata in vigore. IlTexasha utilizzato unatrigger lawper proibire l’aborto con la sola eccezione in cui ci sia pericolo di vita per la donna. Con il cosiddettoWomen and Child Safety Act,lo Stato intende inasprire ulteriormente la legislazione, chiedendo che venga fattoogni possibile “sforzo per limitare l’accesso su Internet a ogni informazione o materialeche intenda assistere o facilitare ognitentativo di ottenere un aborto volontario o una pillola abortiva”. Un giudice dello stato delWyomingha temporaneamentebloccatouna legge approvata a marzo che vietava l’utilizzo o la prescrizione dipillole abortive. Alcune regioni, infatti, si stanno impegnando per cercare diproteggere il diritto all’aborto. InCalifornia, a esempio, è stata approvata una legge perproteggere i medici che prescrivono pillole abortivea pazienti di altri Stati. Anche inIllinoisi medici pro choice vengono tutelati, grazie a una legge approvata a gennaio che difende anche le pazienti provenienti da altre aree. InOhioe inMissourigli attivisti per i diritti riproduttivi stanno portando avantipetizioniper approvare la tutela dell’aborto nella costituzione statale.
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