Estate, tempo divacanze. Ma non per tutti. Perché nonostante il caldo torrido, sonomilioni i lavoratori che quest’estate non potranno permettersi una settimana di ferie fuori casa.E, secondo l’analisi della Confederazione europea dei sindacati (Ces) basata sui dati raccolti daEurostat(Ufficio statistico dell’Unione europea), ben38 milionidi lavoratori europei(pari al19,5%del totale) si troverebbero in questa condizione. Iprezzi dellevacanze, e in particolare dei pacchetti turistici, sia in Italia che all’estero hanno subito un’impennatasenza precedenti, rendendo difficile l’accesso alle ferie per molte famiglie. Secondo i dati diEurostat, tra gennaio e maggio, sarebberoaumentati del 12,4% nell’Ue(è l’incremento più significativo dal 1996), superando l’aumento del 11,5% già registrato nel 2022. Ilprezzo medio di un pacchetto turistico di minimo 4 nottiin Europa si aggirerebbe intorno ai2.967 euro, in crescita rispetto al 2018, quando i vacanzieri spendevano circa 600 euro in meno per un soggiorno della stessa durata. In Italia, invece, una famiglia interessata ad acquistare un pacchetto vacanze dovrebbe pagare mediamente1.319 euro. Si tratta di un onere eccessivo per molte famiglie, soprattutto considerando chein 14 Stati Ue su 27questa cifra è maggiore dello stipendio mensile di un lavoratore che guadagna il salario minimo. E non dimentichiamo che, in alcuni Paesi europei, il salario minimo può essere addirittura inferiore a 5 euro l’ora, penalizzando così la pianificazione delle ferie. In Italia, invece, manca ancora una legge specifica che definisca i parametri del minimo salariale. LaRomaniaè in cima alla classificaEurostatcon il43% dei lavoratori esclusi dalle ferie, seguita daGrecia(37%),Ungheria(34%) eCroazia(31%). L’Italiasi posiziona alquinto postotra i Paesi più colpiti, con il30,75%dei lavoratori impossibilitati a concedersi una vacanza per problemi economici: percentuale doppia rispetto a quella registrata in Francia e Germania (pari al 13%). E così,1 italiano su 3quest’anno rinuncerà alle gite fuori porta, per un totale di 6 milioni di lavoratori, senza considerare i disoccupati o i precari nel nostro Paese. Anche chi riesce a partire si trova a dover affrontare uncaro-vacanzesempre più pesante, con un aumento del14,1%nel prezzo della villeggiatura in Italia rispetto all’anno precedente. Vale la pena ricordare i risultati del recente rapportoEmployment Outlookdell’Ocse(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), secondo cui, nel 2022, isalari realinei Paesi dell’area sonodiminuiti del 2,2%rispetto al periodo pre-Covid, conl’Italiache ha sperimentato la maggiore contrazione, pari al7,5%. Inoltre,come sottolineato dal segretario dellaUilPierpaolo Bombardieri,in molti settori, inclusa l’industria del turismo, si registrano profitti notevoli, ma i rinnovi dei contratti collettivi sono fermi. Un calo del potere d’acquisto che ridefinisce nettamente lepriorità delle famiglie più in difficoltà, costrette a ridurre le spese extra per fronteggiare i crescenti rincari dei beni e servizi considerati essenziali, impedendo così anche solo di pensare alla pianificazione di una vera e propria vacanza. L’aumento dei prezzi dei viaggi insieme al calo deisalarireali mette a rischio la possibilità per molte famiglie di godersi un periodo di riposo e svago. E se questa problematica non verrà affrontata urgentemente, è probabile che il numero di lavoratori impossibilitati a usufruirne continuerà ad aumentare. Questa sfida richiederà sforzi congiunti da parte di istituzioni, datori di lavoro e sindacati per garantire salari adeguati in considerazione dell’aumento del costo della vita. Sforzo che, forse, potrebbe ripagare aziende e manager con un aumento della produttività dei propri dipendenti una volta rientrati dalle vacanze.
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