Ci sono molti progressi scientifici ma anche un po’ di romanticismo nella collaborazione che presto vedrà impegnate la Nasa e ilcentrodi ricerca spaziale brasiliano Inpe permonitorare e prevenire la distruzione della Forestaamazzonica. L’attualeamministratore delegatodell’Agenzia spaziale Usa Bill Nelson, ex senatore ed ex astronauta, ha infatti dichiarato di avere a cuore il destino del “polmone verde del mondo” da quando 37 anni fa volò nello spazio e vide a occhio nudo la distruzione della foresta dalla finestra della sua navicella che orbitava intorno alla Terra. ComeriportaReuters, a gennaio 2024 la Nasa metterà a disposizione del governo brasiliano un satellite chiamatoNisar«in grado di guardare attraverso la chioma della giungla per vedere se il sottobosco è stato bruciato», ha detto Bill Nelson in una conferenza stampa all’Inpe, a Sao Jose dos Campos, dopo essere stato a Brasilia per incontrare il presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Il satellite sarà realizzato in collaborazione con l’India, anche se il programma spaziale del Brasile ha una partnership con la Cina dal 1999per il monitoraggio agricolo e ambientale. LamissioneNisar,si legge sul sito, “misurerà i mutevoli ecosistemi della Terrafornendo informazioni su biomassa, pericoli naturali, innalzamento del livello del mare e acque sotterranee”. L’osservazione avverrà in media ogni 6 giorni per 3 anni. Le applicazioni saranno diverse: il satellite fornirà misurazioni della deformazione del terreno lungo le faglie prima che si verifichi un terremoto e durante il sisma, così come mappe dell’umidità superficiale del suolo a livello globale ogni 6-12 giorni per monitorare gli habitat di piante, animali ed esseri umani. “Le osservazioni dallospaziohanno svolto un ruolo fondamentale nel monitoraggio della copertura boschiva e dei suoi cambiamenti a livello globale. Con l’avvento delle moderne tecniche radar, come nel caso del Nisar, le osservazioni ininterrotte saranno uno strumento ancora più accurato”, riporta illibro biancosui benefici sociali della missione. Scorrendolo, si possono capire fino a dove potrà spingersi la rilevazione: dai cambiamenti nel permafrost al monitoraggio degli incendi, deisinkholes(le grosse voragini che si aprono nel terreno all’improvviso), delle colate laviche. Nisar potrà poi monitorare eprevedere le alluvioni,l’erosione costiera, la situazione degli argini e delle dighe, i serbatoio sotterranei di gas, le ondate di siccità e di ritiro delle acque sotterranee. Per quanto riguarda gli ecosistemi forestali come l’Amazzonia che forniscono legname, combustibile e bioprodotti catturando il carbonio,purificando l’acqua e l’aria e mantenendo gli habitat della fauna selvatica, “una delle sfide più grandi è mantenerne la salute e la resilienza: ciò richiede uno sforzo coordinato per il monitoraggio sistematico della copertura, del volume e della produttività delle foreste, al fine di sviluppare tecniche e politiche per migliorare lo stock e l’uso sostenibile della biomassa legnosa”, riporta il white paper. Il satellite indo-americano sarà un valido alleato per la salvezza della più grande foresta del mondo che copre una superficie di 6 milioni di km quadrati esi estende in 9 Paesi(il 60% è in Brasile).Tra il 2017 e il 2021 l’Amazzonia ha perso 5,2 milioni di ettari di superficie boschiva, l’equivalente dell’intero Costa Rica, come documentato da altre sentinelle spaziali che hanno a “cuore” il suo destino. Sono i satellitiSentinel-1di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e della Commissione Ue. Dal 2015 la missione monitora la salute delle foreste tropicali di tutto il mondo elaborando milioni di gigabyte di dati che vengono acquisiti anche in presenza di nubi, nebbia, fumo con una risoluzione di 20 metri.
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