Fiamme, blackout continui, fumo, canadair che battono il cielo senza sosta e poi la paura e l’infinita attesa per tornare. In alcune delle più rinomateisole greche, comeRodi e Corfù, ma anche nella zona diEubea,il paradiso delle vacanze si è trasformato ininferno di fuoco. L’incendiopiù vasto, per proporzioni, anche se lontano da quelli visti negli anni passati in altre zone del Paese, è quello diRodi:oltre 30.000 le persone che hanno ricevuto ordine di evacuazione, salti di corrente costanti e ilrischio di perdere tutto per migliaia di residenti. In molte aree dell’isola, dove sono presenti migliaia di turisti britannici ma anche tantissimi italiani, tra temperature bollenti oltre i 40 gradi eventi secchi come ilMeltemi, caratteristico in presenza dell’anticiclone africano,gliincendisono fuori controllo: ancora pochi gli operatori che intervengono a terra e il sorvolo dei mezzi che scaricano acqua finora non è stato sufficiente a fermare le fiamme che trovano linfa in un terreno secco, come quello della macchia mediterranea, già duramente impattato dagli eventi estremi della crisi del clima e periodi pregressi di siccità. ARodi3.000 persone sono state prelevate e salvate addirittura via mare grazie alle navi della Guardia costiera e per molte altre la“fuga” passa dall’aeroportolocale, intasato e sotto stress. Si tratta, hanno detto le autorità greche, della”più grande operazione di evacuazione mai realizzata” nel Paese. L’incendio va avanti da quasi6 giornie continua a divampare a Sud Est, favorito daiventi costanti.Tutte le strutture di Rodi sono oggi a disposizione dei turisti, in diversi casi anche conacqua e cibo gratuiti,per cercare di risolvere la situazione, la stessa a cui lavora a distanza anche l’Unità di Crisi della Farnesina per accertare il salvataggio di tutti gli italiani presenti. Sempre La Farnesina ha sconsigliato a quanti avevano in programma di partire di evitare di recarsi a Rodi. Nel frattempo, mentrenon lontano da Atene a sud di Eubea preoccupano diversi roghi,le fiamme hanno colpito anche a nord di Corfù, altra isola poco distante dall’Italia dove sono presenti molti connazionali. Circa unaventina di villaggi sono già stati evacuatie la Guardia costiera ha portato in salvo 59 persone che si trovavano sulla spiaggia di Nisaki. Anche qui si lavora senza sosta per tentare di mettere in sicurezza persone e case egià in 2.500 sono stati evacuati per motivi di sicurezzae trasferiti in varie strutture, compreso lo stadioAgios Markose il Teatro Municipale di Corfù. Per il sindacoGiorgos Mahimarisa, gli incendi sono diorigine dolosadato che le fiamme sonodivampate contemporaneamente in 3 diversi luoghi(c’è chi dice addirittura 6) alle pendici del monte Pantokratoras. Serviranno però accertamenti per poter confermare l’ipotesi. Corfù e Rodi, purtroppo, potrebbero essere solo unaanteprima del rischio incendi a cui è sottoposto il Paese,tra terreni secchi dovuti all’assenza di piogge negli scorsi mesi, venti forti e caldi e temperature elevate dettate dall’ondata di calore che attraversa l’Europa. «Il rischio di incendio sarà estremo in diverse aree dellaGreciaoggi»ha detto il portavoce dei vigili del fuoco Vassilis Vathrakogiannis, sottolineando che in diverse aree le temperature hanno sfiorato i 45 gradi. Nel frattempo lapresidente della Commissione europea Ursula von der Leyenha contattato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis peroffrire ulteriore assistenza,anche se va ricordato che il sistema di protezione civile europeo garantisce soprattutto aiuti tramite aerei e meno in termini di forze a terra. La speranza è che da mercoledì, come avverrà in parte d’Italia,gli effetti dell’anticiclone inizino a svaniree con lui anche parte dei venti che oggi alimentano i roghi. Da giovedì poi, indica il meteo greco, le temperature potrebbero scendere sotto i 30 gradi aiutando a districare la complessa situazione che oggi vive il paradiso delle vacanze trasformato in inferno.
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