Diversecompagnie energeticheche operano in Italia sonosospettatedi essersi accordate riguardo il costo della componente bio, derivante dagli obblighi di miscelazione deibiocarburanti, per far fruttare maggiori profitti dalla vendita. Questo è quello che emerge dalla nuova istruttoria avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), dove 7 società energetiche (Eni,Esso Italiana,Saras,Kuwait Petroleum Italia,Tamoil Italia, che detiene ancheRepsol Italia,Italiana PetrolieIplom) sono accusate di“intesa restrittiva della concorrenza”. Secondol’Antitrust italiano«i principali operatori petroliferi si sarebberocoordinati nella determinazione del valore della componente bionecessaria per ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa in vigore. La legge stabilisce infatti che almeno il 10% del carburante per autotrazione deve essere composto da carburante bio (salva la possibilità di acquistare i Certificati di Immissione in Consumo). Il valore di questa importante componente del prezzo è passatoda 20€/mc del 2019 a ca. 60 €/mc di oggie ha un impatto sui prezzi alla pompa di circa 2 miliardi di euro. L’Agcmcontesta alle compagnie contestuali aumenti di prezzo – in gran parte coincidenti – che potrebbe essere stata determinata da scambi di informazioni diretti o indiretti tra le imprese interessate, anche attraverso articoli pubblicati suStaffetta Quotidiana, noto quotidiano di settore ». L’indagine sarebbe stata determinata da unasegnalazione pervenuta all’Agcmnel mese di marzo, attraverso la piattaforma diwhistleblowingdell’ente statale, dove un informatore avrebbe segnalato lepresunte operazioni di “cartello”. Dopo diversi accertamenti, le autorità hanno deciso di condurre le ispezioni nella sede diStaffetta Quotidianain modo accertare se fosse stato violato l’articolo 101 del Trattato Ue che regola le pratiche commerciali che impediscono, restringono o falsano la concorrenza. Il giornaleStaffetta Quotidianaha voluto chiarire la sua posizioneprecisandoche «da quando è stato introdotto l’obbligo di miscelazione di biocarburanti nei carburanti fossili, laStaffettane monitora il mercato e i relativi prezzi,come fa per tutti i prodotti energetici. In particolare, da quando la componente bio è diventata una voce di costo importante per chi acquista e vende carburanti (e a valle anche per i consumatori finali), abbiamo iniziato a rilevare, sulla base di informazioni di mercato, i comportamenti dei diversi fornitori, perrendere più trasparente una parte della filiera,per seguire l’andamento del mercato e dare anche informazioni all’opinione pubblica sul costo delle politiche per le rinnovabili». Inoltre, l’editore Giovanni Goffredo Borromeo hadichiaratoche «Staffetta Quotidianaribadisce la correttezza e la professionalità del proprio operato, nello svolgere la sua missione di giornale indipendente e specializzato con oltre 90 anni di esperienza. Tutte le informazioni in questione sono pubblicate e rispondono a un preciso interesse giornalistico ». Ibiocarburantisono una delle componenti che dovrebbegarantire entro il 2035 la decarbonizzazione dell’Ue, insieme all’elettrificazione del settore automobilistico e lo sviluppo dell’idrogeno verde. Saranno destinati ad alimentare i tradizionali motori termici, ma persistono numerosidubbiriguardo il loro reale impatto ambientale. Nonostante la diminuzione prevista dell’88% delle emissioni di gas alteranti grazie a questo tipo di carburanti, è statorilevatoil rilascio di altre sostanze nocive e inquinanti per l’aria come gli ossidi di azoto (Nox), i monossidi di azoto (CO) e gli idrocarburi incombusti (CO).
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